Il dolore dopo il parto resta molto trascurato nella pratica clinica contemporanea, con un impatto negativo sulla salute della donna, sulla sua sessualità, sulla qualità della relazione di coppia, sul benessere del bambino e sulla stessa stabilità della nuova famiglia. «Mancanza di riconoscimento professionale» (lack of professional recognition): questo è il problema, e questa era la denuncia che Cathryn Glazener aveva formulato già nel titolo del suo articolo sulla dispareunia nel 1997.
Uno studio australiano del 2015 confermava che diciotto anni dopo poco o nulla era cambiato: ben il 43% delle donne valutate aveva severo dolore sessuale a 6 mesi dal parto, il 28% dopo un anno e il 23% ancora ne soffriva 18 mesi dopo. Questo rendeva impossibile l’intimità sessuale, con un impatto devastante sulla coppia.
Ancora oggi, studi osservazionali e meta-analisi confermano che il dolore sessuale in puerperio resta poco presente nell’attenzione e nella valutazione clinica.
Sfortunatamente il tema resta in ombra anche nella formazione degli specializzandi in Ostetricia e Ginecologia, con rare eccezioni.
Obiettivo di questo lavoro è valutare concisamente:
- lo scenario psicoemotivo e fisico della donna dopo il parto;
- l’impatto del tipo di parto sul dolore e sulla sessualità;
- i criteri diagnostici;
- le prospettive terapeutiche.
Uno studio australiano del 2015 confermava che diciotto anni dopo poco o nulla era cambiato: ben il 43% delle donne valutate aveva severo dolore sessuale a 6 mesi dal parto, il 28% dopo un anno e il 23% ancora ne soffriva 18 mesi dopo. Questo rendeva impossibile l’intimità sessuale, con un impatto devastante sulla coppia.
Ancora oggi, studi osservazionali e meta-analisi confermano che il dolore sessuale in puerperio resta poco presente nell’attenzione e nella valutazione clinica.
Sfortunatamente il tema resta in ombra anche nella formazione degli specializzandi in Ostetricia e Ginecologia, con rare eccezioni.
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