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Sindrome dell'intestino irritabile: una terapia naturale allevia il dolore

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16/02/2017

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

Cremon C, Stanghellini V, Barbaro MR, Cogliandro RF, Bellacosa L, Santos J, Vicario M, Pigrau M, Alonso Cotoner C, Lobo B, Azpiroz F, Bruley des Varannes S, Neunlist M, DeFilippis D, Iuvone T, Petrosino S, Di Marzo V, Barbara G.
Randomised clinical trial: the analgesic properties of dietary supplementation with palmitoylethanolamide and polydatin in irritable bowel syndrome
Aliment Pharmacol Ther. 2017 Feb 6. doi: 10.1111/apt.13958. [Epub ahead of print]
Accertare l’efficacia della palmitoiletanolamide e della polidatina nella cura dei sintomi della sindrome dell’intestino irritabile: è questo l’obiettivo dello studio multicentrico coordinato da Cesare Cremon e Vincenzo Stanghellini, del dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche dell’Università di Bologna.
E’ noto che nella patogenesi della sindrome dell’intestino irritabile (irritable bowel syndrome, IBS) è coinvolta l’attivazione del sistema immunitario. Mentre la maggior parte degli approcci terapeutici prevede l’eliminazione di determinate categorie di alimenti, ci sono poche evidenze in grado di documentare l’eventuale efficacia della supplementazione alimentare.
In questo contesto, la ricerca è partita dalla considerazione che la palmitoiletanolamide, strutturalmente correlata all’anandamide, e la polidatina riducono sinergicamente l’iperattivazione mastocitaria.
Lo studio – randomizzato a doppio cieco – è stato condotto per 12 settimane su 54 pazienti affetti da IBS e 12 controlli sani arruolati in cinque centri europei, e ha valutato l’efficacia di 200 mg / 20 mg di palmitoiletanolamide / polidatina contro placebo sull’infiammazione di basso grado, sull’attivazione del sistema endocannabinoide e sui sintomi della patologia.
Questi, in sintesi, i risultati:
- rispetto ai controlli, i pazienti affetti da IBS hanno un numero più elevato di mastociti attivati nella mucosa intestinale (3.2 ± 1.3 vs. 5.3 ± 2.7%, P = 0.013), ridotti livelli di oleoiletanolamide (12.7 ± 9.8 vs. 45.8 ± 55.6 pmol/mg, P = 0.002) e un’accresciuta espressione di recettori cannabinoidi di tipo 2 (0.7 ± 0.1 vs. 1.0 ± 0.8, P = 0.012);
- il trattamento non modifica in modo significativo il profilo biologico dell’IBS, incluso il numero di mastociti attivati;
- rispetto al placebo, tuttavia, il trattamento migliora in misura considerevole il dolore addominale (P < 0.05);
- la palmitoiletanolamide / polidatina costituisce quindi un promettente approccio naturale alla gestione dei sintomi dell’IBS;
- sono ora necessari ulteriori studi per chiarire il meccanismo d’azione che sottende questa azione.

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