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Clitoralgia e vestibolite vulvare: come affrontarle con successo

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24/12/2015

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica, H. San Raffaele Resnati, Milano
Dott.ssa Dania Gambini
Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, H. San Raffaele, Milano

“Ho 24 anni e da più di un anno, in seguito a un piccolo taglietto accidentale, soffro di dolore al clitoride. Inizialmente lo avvertivo solo al tatto, ma poi la mia vita è stata sempre più compromessa al punto da non poter più indossare i jeans e fare fatica a dormire per il dolore. Mi è stata diagnosticata una nevralgia e sono tuttora in cura con antidepressivi e oppiacei. E se inizialmente ne traevo beneficio, ora il dolore è tornato peggio di prima, lo avverto dalle ginocchia all’ombelico e non riesco più ad avere rapporti con penetrazione perché mi fa troppo male, sia la vescica che tutta la zona intorno. Non so davvero più cosa fare, anche perché da 6 anni combatto contro la vestibolite vulvare e l’incubo invece di scomparire diventa sempre più grosso. La mia vita sentimentale è un disastro e finisco sempre per allontanarmi dai partner per non coinvolgerli nei miei problemi; oppure fingo di non avere problemi perché voglio con tutte le forze sentirmi una ragazza normale e sopporto il dolore peggiorando la situazione. Prego che la medicina faccia dei progressi in questo ambito e chiedo a voi se avete qualche consiglio da darmi. Grazie e un cordiale saluto”.
G.B.
Gentile amica, la vulvodinia nella forma da cui lei risulta affetta (clitoralgia associata a vestibolite vulvare, con dolore non solo provocato ma anche spontaneo) è purtroppo una condizione patologica relativamente frequente, con conseguenze enormi sulla qualità della vita personale e sulla relazione di coppia. Tuttavia, con il completo e corretto approccio terapeutico, può notevolmente migliorare se non risolversi completamente nell’arco di 9-12 mesi.
Il protocollo standard, da lei probabilmente non seguito, prevede l’utilizzo di farmaci antimicotici, miorilassanti, antinfiammatori naturali con attività anti-mastocitaria, probiotici intestinali e integratori per il benessere vescicale. Nel suo caso, le consigliamo inoltre di valutare l’utilizzo di farmaci utili per il controllo del dolore neuropatico (per esempio, il gabapentin) da associare eventualmente, in base alla risposta ottenuta sulla clitoralgia, a un farmaco più specifico per il controllo del dolore clitorideo (di pertinenza ultra-specialistica). Deve essere inoltre valutato lo stato di contrattura del muscolo elevatore dell’ano, il principale muscolo del pavimento pelvico, tipicamente contratto e dolorante con questa patologia. A tale scopo sarebbero utili sedute di riabilitazione con attività miorilassante. Solo nei casi, pochi, non responsivi a questo approccio multi-sistemico si può ricorrere al blocco del nervo pudendo, eseguito da anestesisti esperti. Un cordiale saluto.
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