Sintesi della relazione e punti chiave
La professoressa Graziottin sostiene che l’affermazione di colpevolezza non è corretta, in quanto generalizza una correlazione che si osserva in una minoranza, per quanto numericamente importante, di donne: e sottolinea come sia indispensabile chiedersi se la dispareunia sia da imputare al farmaco, o alle caratteristiche biopsichiche della donna, o a entrambi. E, soprattutto, se sia possibile, nella pratica clinica quotidiana, identificare le donne a rischio.
Entrando poi nel vivo della relazione, la professoressa illustra:
- la necessità di indagare i fattori predisponenti alla dispareunia e alla vestibolite vulvare indipendenti dalla CO;
- come da alcuni studi ormai classici emerga, a una più attenta lettura, che sono soprattutto le ragazze più giovani ad avere un elevato rischio relativo di VVS rispetto ai controlli;
- i fattori biologici, psicosessuali, relazionali e ambientali che possono accrescere questo rischio;
- come la mancata diagnosi di tali fattori costituisca un bias che può indurre un’erronea colpevolizzazione della CO;
- perché alcune linee guida sulla prescrizione della CO facilitano paradossalmente questa omissione diagnostica;
- i fattori predittivi di dispareunia nelle giovanissime: disturbi minzionali nell’infanzia, stipsi ostruttiva, abusi e molestie, candida recidivante, difficoltà all’uso del tampone interno, contesto psicosociale a rischio;
- l’importanza, in particolare, del dolore al primo uso del tampone, degli episodi di molestie e dell’abuso di alcol;
- come la CO, alla luce di queste osservazioni, possa costituire un’occasione di diagnosi primaria o secondaria di altri fattori predisponenti, precipitanti e di mantenimento della dispareunia, soprattutto nelle adolescenti;
- alcune indicazioni concrete da seguire nella pratica clinica prima della prescrizione del contraccettivo.