Sintesi dell'intervista e punti chiave
Il ritardo medio dall’inizio dei sintomi alla diagnosi è di oltre nove anni: quasi cinque spesi dalla donna prima di riconoscere che quel dolore non è affatto normale, e i restanti impiegati dai medici per identificare e curare la malattia. Il 47% delle pazienti deve consultare cinque o più specialisti, prima di ricevere la diagnosi giusta. In positivo, da alcuni anni la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) e l’Associazione Italiana Endometriosi (AIE) svolgono un importante lavoro di informazione e sensibilizzazione nei confronti delle donne e dei medici, ed è quindi auspicabile che il ritardo diagnostico poco per volta si riduca. In ogni caso, è importante che la donna non si rassegni mai al dolore, come se fosse una cosa “normale”, ma si rivolga subito a un medico preparato e chieda una diagnosi approfondita: la terapia esiste ed è efficace, e la sofferenza non è un destino ineluttabile.
Dove si localizza l’endometrio ectopico? Quali sono i sintomi più significativi? Perché il dolore peggiora sempre di più? Quali complicanze si rischiano a lungo andare? E’ vero che la pillola contraccettiva può bloccare la malattia?
In questa intervista illustriamo:
- le due principali localizzazioni del disturbo: l’ovaio e il muscolo che forma la parete dell’utero (miometrio);
- altri possibili organi bersaglio a livello pelvico (legamenti utero-sacrali, peritoneo, intestino, vescica, retto) ed extraddominale (decorso del nervo sciatico);
- i sintomi principali della malattia: dolore mestruale e/o ovulatorio; dolore alla penetrazione profonda; dolore pelvico cronico;
- come il dolore alla penetrazione profonda, inibendo la lubrificazione vaginale, possa provocare anche vestibolite vulvare e cistiti post-coitali;
- come qualsiasi altra forma di dolore ricorrente (dischezia, ematuria, sciatalgia), se coincidente con la mestruazione, debba sempre indurre il medico a formulare un’ipotesi diagnostica di endometriosi, eventualmente con l’aiuto di un “diario del dolore”, basato sulla registrazione delle variazioni del dolore durante il mese che intercorre tra una mestruazione e la successiva;
- il ruolo del mastocita nel progressivo peggioramento dei sintomi, e come la depressione conseguente alla forte sofferenza possa ulteriormente aggravare la percezione del dolore;
- perché l’endometriosi può provocare anche infertilità e menopausa precoce;
- come l’assunzione continuativa di un contraccettivo ormonale (pillola, cerotto o anello vaginale), bloccando le mestruazioni ma conservando livelli di estrogeni ottimali per l’organismo, elimini il dolore, fermi la progressione della malattia e protegga la fertilità;
- il ruolo di alcuni antidepressivi nel curare l’iperattivazione del mastocita, con conseguente riduzione del quadro infiammatorio;
- come la dismenorrea possa essere provocata anche dalla metrorragia, ossia da mestruazioni molto abbondanti, e quali siano le opzioni terapeutiche da seguire in questo caso.