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Una malattia che ha distrutto la mia vita

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25/04/2008

Le vostre lettere alla nostra redazione

All’età di 25 anni, appena laureata in medicina, mi è stato diagnosticato un tumore maligno dell’ovaio.
Grazie a Dio ed alle cure intraprese (due interventi chirurgici, chemioterapia) sono sopravvissuta. Purtroppo circa otto anni dopo, a causa di ulteriori problemi all’altro ovaio, mi è stato asportato anche quello, per cui all’età di 34 anni ero già in menopausa.
Benché abbia sempre assunto una terapia ormonale sostitutiva, ho cominciato ad accusare, in maniera sempre più invadente, dolore nei rapporti sessuali. Tutti i colleghi consultati hanno attribuito i disturbi di cui soffrivo, come la diminuzione della libido e la scarsa lubrificazione, esclusivamente alla menopausa precoce. Così sono andata avanti per circa dieci anni, nel corso dei quali la mia vita sessuale si è completamente annullata e i rapporti con mio marito si sono guastati, tanto da portarci alla separazione.
Dopo un periodo di depressione, ho ricominciato ad amare la vita, ma il mio problema mi ha impedito di stabilire una relazione salda e costante con altri uomini.
Finalmente ho avuto la fortuna di conoscere un ginecologo, in una città diversa da quella in cui vivo, che mi ha diagnosticato una vestibolite vulvare: la causa reale di quel maledetto dolore. Ora mi sto curando e con l’ausilio di una ginnastica riabilitativa, ho quasi del tutto risolto il mio problema.
Ho 49 anni e non so se mai più avrò un uomo al mio fianco, ma questa terapia è comunque per me fondamentale, perché mi consente di sperare nel futuro. Sono sopravvissuta a un tumore maligno e sono enormemente grata ai medici che mi hanno curata e guarita: ma, paradossalmente, il rapporto con mio marito, che negli anni precedenti si era rafforzato per combattere insieme il cancro, non ha resistito alla mancanza di intimità e a tutto quello che ne è conseguito.
Posso quindi dire che la vestibolite vulvare abbia devastato la mia vita familiare molto di più del cancro!
Mi auguro che questa mia testimonianza venga letta non solo dalle donne, ma anche dai colleghi medici, soprattutto ginecologi, affinché poco per volta si diffondano una maggiore sensibilità, una giusta attenzione e un’adeguata competenza per affrontare la vestibolite vulvare e altre patologie simili, che incidono profondamente sulla vita sessuale e affettiva di tante donne come me.
Anche le strutture pubbliche – e non solo i professionisti bravi come quello che ho incontrato io – dovrebbero essere in grado di diagnosticare e curare queste patologie, in modo da offrire alle persone un’assistenza sanità attenta alla salute globale degli individui e alla loro reale qualità di vita.
Un medico-paziente

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