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Prevalence of domestic violence during pregnancy and related risk factors: a cross-sectional study in southern Sweden

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17/07/2014

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

Finnbogadóttir H, Dykes AK, Wann-Hansson C.
Prevalence of domestic violence during pregnancy and related risk factors: a cross-sectional study in southern Sweden
BMC Womens Health. 2014 May 1; 14: 63. doi: 10.1186/1472-6874-14-63
Valutare la prevalenza della violenza domestica sulle donne in stato di gravidanza nella contea svedese di Scania, e studiare le correlazioni tra questo fenomeno e alcuni fattori psichici, come i sintomi depressivi e i disturbi del senso di coerenza: è questo l’obiettivo della ricerca di Hafrún Finnbogadóttir e collaboratrici, del Department of Care Science della Malmö University, in Svezia.
Il concetto di “senso di coerenza” è stato sviluppato dal sociologo della medicina Aaron Antonovsky (1923-1994) ed esprime un orientamento generale della persona caratterizzato da un senso durevole e dinamico di fiducia. Secondo Antonovsky, più è marcato il senso di coerenza, più grande è la probabilità di avere stili di vita responsabili e di operare a favore della propria salute.
La violenza domestica durante la gravidanza è problema serio che minaccia la salute della madre e del feto. Lo studio ha coinvolto 1939 donne di età superiore ai 18 anni, con questionari distribuiti in 17 consultori di cura prenatale situati in due città e sei piccoli centri della contea.
Ecco i risultati:
- il 39,5% delle partecipanti (n=761) ha riportato una storia di violenza nel corso della propria vita;
- queste donne, rispetto alle altre, hanno una maggiore probabilità di essere single e sole, di essere disoccupate e con problemi finanziari, di fumare e fare uso di droghe, di non avere desiderato la gravidanza, di avere avuto in passato uno o più aborti spontanei o volontari (p < 0.001);
- l’incidenza della violenza domestica durante la gravidanza, indipendentemente dal tipo e dalla gravità dell’abuso, è pari all’1% (n=18);
- l’incidenza di abuso fisico perpetrato dal partner attuale è pari al 2.2% (n=42);
- la storia personale di violenza è il più forte fattore di rischio associato al rischio di violenza domestica durante la gravidanza: le 18 donne che hanno subito abusi nel corso della gestazione avevano anche una storia personale di questo tipo (p < 0.001). Se ne deduce che la violenza richiama altra violenza, in un circolo vizioso in cui con ogni probabilità giocano un ruolo determinante anche l’alterazione del senso di coerenza e la bassa autostima che caratterizzano queste donne sfortunate;
- numerosi sintomi depressivi (con dati corretti per bassa condizione socio-economica, storia di aborto spontaneo o volontario, status di single, disturbi del sonno, disoccupazione, età e parità) sono associati a un rischio sette volte maggiore di essere state esposte a violenza domestica durante la gravidanza (OR 7.0; 95% CI: 1.9-26.3).
Le Autrici concludono sottolineando che:
- la prevalenza della violenza domestica specificamente perpetrata durante la gravidanza è, nella regione svedese presa in considerazione, relativamente bassa;
- tuttavia, e questo è il dato che più fa riflettere, una considerevole percentuale di donne presenta comunque una storia personale di violenza familiare;
- sia una pregressa storia di abusi, sia la presenza di sintomi depressivi rilevati nel corso della gestazione possono indicare che la donna è stata esposta a violenza domestica durante la gestazione stessa;
- è quindi necessario prestare maggiore attenzione alle donne che presentano questi fattori di rischio, per proteggere la loro salute e quella del piccolo che portano in grembo.

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