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Mal di testa da abuso di farmaci anticefalea: un protocollo di disintossicazione

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24/12/2015

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

Giamberardino MA, Mitsikostas DD, Martelletti P.
Update on medication-overuse headache and its treatment
Curr Treat Options Neurol. 2015 Aug; 17 (8): 368. doi: 10.1007/s11940-015-0368-z
Come superare il mal di testa inasprito da un eccessivo uso di farmaci anticefalea: è questo l’argomento dell’articolo pubblicato da Maria Adele Giamberardino e collaboratori, del Dipartimento di Medicina e Scienze dell’invecchiamento presso l’Università “Gabriele D’Annunzio” di Chieti.
E’ noto come l’eccessivo uso di farmaci per il mal di testa acuto determini spesso un’ulteriore e diversa forma di cefalea (denominata anche “rebound”), caratterizzata da una maggiore frequenza degli attacchi e da una riduzione dell’efficacia dei farmaci stessi. Si tratta di una condizione clinica impegnativa, la cui fisiopatologia non è ancora stata completamente chiarita, il che si traduce nell’assenza di specifiche terapie eziologiche.
Queste le indicazioni cliniche degli autori:
- il primo, indispensabile passo è l’interruzione immediata e non graduale dei farmaci abituali, a cui deve seguire un adeguato regime farmacologico di disintossicazione per attenuare e infine eliminare i sintomi da astinenza;
- la disintossicazione può avvenire tramite idratazione per endovena, antiemetici, corticosteroidi (prednisone), tranquillanti (benzodiazepine), neurolettici e farmaci anticefalea basati su principi d’azione diversi da quelli usati dal/dalla paziente;
- queste cure possono essere utilizzate in varie combinazioni e in diversi luoghi (ospedale, day hospital, domicilio), in funzione delle caratteristiche del singolo paziente e al tipo d’intossicazione;
- l’ospedalizzazione è consigliata nel caso di abuso di barbiturici e oppioidi, di concomitante depressione e, in generale, quando il paziente non riesce a interrompere la cura usuale restando a casa propria;
- al contrario, quando l’intossicazione è determinata da semplici analgesici in pazienti ben motivati a risolvere il problema, e senza elevati livelli di ansia e/o depressione, si può optare per una cura a domicilio;
- alla disintossicazione dovrebbe seguire immediatamente la riprofilassi contro la cefalea originaria, preferibilmente con iniezioni di tossina botulinica A ogni tre mesi o topiramato orale per almeno 3 mesi.
Questo protocollo andrebbe accompagnato, a livello preventivo, da un’accurata informazione ai/alle pazienti sui rischi connessi a una troppo frequente assunzione di farmaci sintomatici anticefalea, anche al fine di evitare ricadute dopo la disintossicazione e la riprofilassi.

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