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Endometriosi e adenomiosi: il valore diagnostico del microbioma vaginale

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Endometriosi e adenomiosi: il valore diagnostico del microbioma vaginale
02/09/2021

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

Commento a:
Chao X, Liu Y, Fan Q, Shi H, Wang S, Lang J.
The role of the vaginal microbiome in distinguishing female chronic pelvic pain caused by endometriosis/adenomyosis
Ann Transl Med. 2021 May;9(9):771. doi: 10.21037/atm-20-4586
Valutare le correlazioni fra microbioma vaginale e dolore pelvico cronico, e la possibilità di fondare su di esse la diagnosi differenziale di endometriosi e adenomiosi: è questo l’obiettivo dello studio coordinato da Xiaopei Chao, ed espressione del Peking Union Medical College Hospital (PUMCH) e del National Clinical Research Center for Obstetric and Gynecologic Diseases, Pechino, Cina.
L’analisi è stata condotta su:
- 37 donne con dolore pelvico cronico (chronic pelvic pain, CPP) associato a endometriosi o adenomiosi (EM/AM);
- 25 donne con CPP non correlato a EM/AM;
- 66 controlli.
Il microbioma vaginale è stato studiato con tecniche di sequenziamento genetico.
Lo studio mirava in particolare a valutare la sensibilità e la specificità della composizione del microbioma vaginale in funzione della diagnosi differenziale di EM/AM. Ricordiamo che il termine “sensibilità” indica la capacità di un test di individuare i soggetti malati, mentre “specificità” indica la parallela capacità di identificare come negativi i soggetti sani. Se un test ha un’elevata sensibilità, è basso il rischio di falsi negativi, cioè di soggetti che pur presentando valori normali sono comunque affetti dalla patologia; di converso, se un test ha un’elevata specificità, è basso il rischio di falsi positivi. In altre parole:
- alta sensibilità: alta probabilità che un soggetto malato risulti positivo al test; bassa probabilità che un soggetto malato risulti negativo al test;
- alta specificità: elevata probabilità che un soggetto sano risulti negativo al test; bassa probabilità che un soggetto sano risulti positivo al test.
Questi, in sintesi, i risultati:
- il CPP associato a EM/AM correla, a livello vaginale, con una predominanza di Clostridium butyricum, Clostridium disporicum, Alloscardovia omnicolens e Veillonella montpellierensis, e una concomitante scarsità di Lactobacillus jensenii, Lactobacillus reuteri e Lactobacillus iners;
- quando la presenza relativa di Clostridium disporicum è superiore allo 0.001105% e quella del Lactobacillus reuteri è inferiore allo 0.1911349%, il test presenta, rispetto alla diagnosi di EM/AM, una sensibilità dell’81.08% e una specificità del 52.0%;
- tenendo conto anche dei livelli sierici di CA125, la sensibilità sale all’89.19%, mentre la specificità resta al 52.0%.
I dati che emergono dallo studio, se confermati da ulteriori sperimentazioni:
- confermano la fondamentale importanza degli ecosistemi nel modulare le condizioni di salute e di malattia;
- potranno aprire nuove strade per la diagnosi e il trattamento dell’endometriosi e dell’adenomiosi.
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