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Come l'omissione diagnostica ha favorito la cronicizzazione della mia malattia

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04/11/2011

Le vostre lettere alla nostra redazione

L’area uro-genitale è sempre stata il mio tallone d’Achille: fin dall’inizio dell’attività sessuale, ho sofferto spesso di vaginiti da candida e cistiti, raramente batteriche, che curavo con antimicotici ed antibiotici. La frequenza era di circa sei volte l’anno. Nel 2003 ho avuto un serio problema di salute che ha gravemente intaccato il mio sistema immunitario, rendendomi vulnerabile a ogni tipo di batterio. Da allora, per quattro anni, ho convissuto quasi quotidianamente con vaginiti e cistiti che venivano curate a forza di antibiotici e antimicotici, sulla base dei risultati dei tamponi vaginali, uretrali e delle urinocolture. Malgrado le mie perplessità, dovute a un continuo peggioramento dei sintomi, tutti gli specialisti consultati (circa una decina, fra urologi e ginecologi) sostenevano che dovessi prendere assolutamente gli antibiotici. Così, in un anno, feci undici cicli di antibiotici, con il risultato di avere:
- intestino e stomaco fortemente compromessi, con dolori, allergie e intolleranze alimentari e da farmaci;
- cistite cronica e quotidiana;
- vaginiti incontrollabili;
- dolore pelvico costante;
- impossibilità di dormire e camminare;
- rossori, pruriti e bruciori fortissimi in area vaginale;
- sistema immunitario sempre più debole;
- astenia fortissima, tanto da dover abbandonare il lavoro a tempo pieno passando a un part-time;
- conseguenti tristezza e preoccupazione.
Mi rivolsi a un caro amico medico, direttore sanitario di due ospedali della mia regione, che prese a cuore la mia storia e consultò diversi specialisti. Sentì per la prima volta parlare di vestibolite vulvare e mi indirizzò da un ginecologo che fece finalmente la diagnosi corretta e nel giro di quindici giorni mi tolse completamente il dolore, che era stato costante – giorno e notte – per ben due anni.
La liberazione da un dolore così forte e persistente è come un sogno: i tratti del viso tornano distesi, il corpo si rilassa, la mente può permettersi di evadere di tanto in tanto dal problema, si può di nuovo camminare e dormire.
Purtroppo però le vaginiti persistevano e il medico ammise di avere in cura solo cinque casi, e di non sapere bene come curarli. Allora, dopo una ricerca personale su Internet, sono approdata a una specialista di Milano che conosceva alla perfezione la mia malattia e sapeva come tenerla sotto controllo: solo in quel momento è davvero finito un incubo durato oltre quattro anni!
Ecco che cosa abbiamo fatto:
- farmaco per bloccare il dolore a livello limbico;
- miorilassante per rilassare il muscolo che circonda la vagina e che, nel mio caso, era contrattissimo e dolente;
- integratori alimentari (palmitoiletanolamide, PEA) per ridurre la proliferazione dei mastociti, cellule che, come ho capito, sono i grandi direttori d’orchestra dell’infiammazione: la fanno cronicizzare, se non si rimuovono le cause delle infezioni;
- detergente intimo e gel vaginale per ridurre lo stato infiammatorio locale;
- ciclo mensile, per due anni, di antimicotici per tenere a bada la candida;
- ginnastica pelvica per rilassare l’area uro-genitale (dopo vent’anni di cistiti e uretriti non batteriche ho scoperto che questi sintomi SPARISCONO con la ginnastica pelvica!).
Inoltre, in collaborazione con un gastroenterologo un urologo segnalati dalla dottoressa, ho seguito un ciclo di terapia (che include una parte di omeopatia): abbinata a fermenti lattici mirati, ha ripristinato una perfetta flora batterica e un buon equilibrio gastrointestinale, con conseguente miglioramento anche della mucosa vescicale e vaginale.
La terapia, infine, ha consentito un recupero formidabile dell’energia, che di solito diminuisce molto con questa patologia a causa dell’infiammazione costante del corpo.
Sapete perché, secondo me, questi tre medici sono riusciti a guarirmi? Perché:
- sono specializzati in questa patologia e conoscono perfettamente cosa avviene in ogni cellula del corpo;
- hanno un approccio “olistico”, ovvero considerano l’individuo nel suo complesso curando più aspetti, cosa fondamentale in una malattia articolata come la sindrome del dolore pelvico cronico;
- studiano continuamente e si aggiornano su tutte le novità per tenere monitorata la malattia, in attesa di una soluzione radicale che ancora non c’è;
- hanno la mente aperta a nuove proposte e terapie;
- hanno una casistica molto alta su vestibolite e dolore pelvico cronico.
Oggi sto bene e mi sento “guarita”, pur dovendo in realtà convivere con una malattia cronica, che al momento non si può curare al 100 per cento. Ma se mi fossi rivolta a loro anni fa, oggi probabilmente sarei guarita del tutto, perché la mia malattia non si sarebbe cronicizzata a causa di terapie sbagliate.
Il mio obiettivo? Comunicare la mia esperienza al numero più alto possibile di pazienti, medici, infermieri e terapisti, al fine di far conoscere questa patologia ed evitarne la cronicizzazione; e aiutare le donne a evitare tanti anni di dolore inutile, che rovina l’equilibrio psicofisico, le relazioni sociali e soprattutto la relazione con il partner.
Sono a disposizione per qualsiasi richiesta e informazione. Contattate la Fondazione, che vi darà i miei riferimenti.
Insieme possiamo e dobbiamo combattere la mancanza di aggiornamento, evitando del dolore INUTILE a tante di noi!
Claudia U.

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