Marta (Imperia)
Per la diagnosi può rivolgersi a un gastroenterologo competente anche per l’endometriosi. Potrebbe anche essere utile verificare il livello degli anticorpi antitransglutaminasi, per escludere la presenza di una celiachia. E anche se questi fossero negativi, potremmo trovarci di fronte a una celiachia “sottosoglia”, nel qual caso una dieta senza glutine per almeno due mesi potrebbe contribuire a ridurre i dolori in misura significativa. Faccia questa prova per due mesi: ma in modo rigoroso, senza strappi alla regola! Può trovare una lista degli alimenti permessi e di quelli proibiti sul sito dell’Associazione Italiana Celiachia.
Nel frattempo, il dosaggio del Ca125 e un clisma opaco potrebbero aiutare nella diagnosi di endometriosi a localizzazione intestinale. In parallelo, però, è indispensabile escludere un’endometriosi del setto rettovaginale, con una visita ginecologica e un’ecografia pelvica accurata.
La pillola che prende va benissimo, perché rallenta la progressione dell’endometriosi e riduce dell’80 per cento il rischio di recidive a livello ovarico. Le ricordo però – come le avrà sicuramente detto anche il suo ginecologo – che va assunta continuativamente, ossia senza pause, per evitare che anche un ciclo minimo faccia peggiorare la situazione. Molti auguri!