Gli autori hanno chiesto a 50 donne con fibromialgia di compilare i seguenti questionari:
- scala per la valutazione dello stress percepito (Perceived Stress Scale, PSS);
- questionario breve per la valutazione del dolore (Brief Pain Inventory, BPI);
- questionario breve per la valutazione della stanchezza cronica (Brief Fatigue Inventory, BFI);
- scala per la valutazione della depressione (Center for Epidemiological Studies-Depression Scale, CESD);
- questionario sull’ansia di stato e di tratto (State-Trait Anxiety Inventory, STAI);
- questionario sull’impatto funzionale della fibromialgia (Functional Impact Questionnaire, FIQ).
Sono inoltre stati analizzati i livelli plasmatici di 17 citochine e i livelli della proteina C-reattiva (CRP).
Questi, in sintesi, i risultati:
- i livelli di CRP sono risultati elevati in tutte le donne partecipanti allo studio (secondo le linee guida, si è in presenza di una forte infiammazione se il valore è superiore ai 3 mg/L);
- lo stress percepito presenta una correlazione positiva con il dolore, la stanchezza cronica, la depressione, l’ansia e lo stato funzionale, e una correlazione negativa con i livelli di proteina 1 ad azione chemiotattica di derivazione monocitaria (r = -.30) e di interleuchina-1 beta (r = -.29);
- l’intensità del dolore è correlata con i livelli di proteina 1 beta infiammatoria di derivazione dai macrofagi (r = .29);
- il dolore correla negativamente con l’interleuchina-1 beta (r = -.30);
- la stanchezza cronica correla negativamente con l’interleuchina-1 beta (r = -.32), l’interleuchina-10 (r = -.31) e il fattore stimolante le colonie granulocitario (r = -.31);
- i sintomi depressivi, infine, presentano una correlazione positiva con i livelli di CRP (r = .31).
I risultati dello studio sono simili a quelli di precedenti lavori, indicanti come il livello delle citochine nelle persone con fibromialgia non mostrino un pattern coerente. Gli elevati livelli di proteina C-reattiva suggeriscono comunque la presenza di un’infiammazione sistemica nelle donne studiate. E forniscono ulteriore evidenza della necessità di fare ricerche per interventi efficaci di tipo bio-comportamentale, che siano in grado di ridurre nel tempo sia i sintomi dolorosi, sia i relativi marker biologici infiammatori associati.