Negli USA, le patologie infiammatorie intestinali (inflammatory bowel diseases, IBD) colpiscono 200-400 persone per 100.000, metà delle quali sono donne. Fra esse spiccano la sindrome dell’intestino irritabile, la colite ulcerosa e il morbo di Crohn.
Lo studio è stato condotto su 1250 donne di età superiore ai 18 anni, affette da IBD. Tramite un questionario on line, è stata accertata la presenza e la gravità dei seguenti sintomi vulvovaginali: prurito, bruciore, irritazione, perdite, secchezza e dolore. Il questionario ha inoltre raccolto una serie di informazioni demografiche e, attraverso il Manitoba Index, le caratteristiche del disturbo intestinale. I dati, infine, sono stati rivalutati in funzione di quattro variabili indipendenti: lo stato menopausale, il fumo, la depressione e l’uso di farmaci per la cura del disturbo intestinale.
Questi, in sintesi, i risultati:
- 512 donne (41%) lamentavano almeno un sintomo vulvovaginale da moderato a severo;
- ad eccezione della secchezza (strettamente dipendente dalla carenza ormonale tipica della menopausa), tutti i sintomi vulvovaginali erano più frequenti nelle donne con una IBD attiva, ossia con una condizione di infiammazione cronica in corso;
- correggendo i dati per le quattro variabili indipendenti (menopausa, fumo, depressione, terapia intestinale in corso) le donne con una IBD cronica o frequentemente attiva avevano un odds ratio di 1.68 (95% CI, 1.22-2.32) di soffrire di sintomi vulvo-vaginali da moderati a severi, rispetto alle donne con IBD in fase di guarigione;
- i disturbi vaginali si traducono frequentemente in evitamento sessuale (n=336; 28%) e in una ridotta risposta fisica (n=207; 16%).
Questi dati possono essere spiegati tenendo presente che lo stato infiammatorio che contraddistingue molte patologie intestinali, alterando le capacità di barriera della parete intestinale (leaky gut syndrome), consente la traslocazione di batteri verso gli organi adiacenti (in questo caso la vagina), con patogenesi di disturbi locali la cui terapia richiede innanzitutto l’attenuazione dello stato infiammatorio a carico dell’intestino, con adeguate misure alimentari e l’assunzione mirata di probiotici ad elevata efficacia: una conferma dell’importanza, più volte sottolineata su questo sito, di una stretta collaborazione fra specialisti diversi – il ginecologo, il gastroenterologo e, per le traslocazioni batteriche che interessano la vescica, l’urologo – per poter definire cure non solo sintomatiche ma realmente eziologiche, e porri le basi per una guarigione definitiva.