Lo studio ha preso in esame una serie di articoli, abstract e trial randomizzati controllati, pubblicati in diverse lingue e condotti su adulti sottoposti a chirurgia, con esclusione degli interventi relativi al sistema nervoso centrale, alla testa e al collo. In questi studi, l’impiego della musica viene confrontato – prima, durante e dopo l’intervento – con le terapie standard e altri trattamenti non farmacologici.
La ricerca dei lavori è stata condotta su Medline, Embase, Cinahl e Cochrane Central. La meta-analisi è stata svolta con l’applicativo Review Manager 5.2 e ha prodotto una serie di differenze medie standardizzate (SMD).
Sono stati identificati e inclusi:
- 4261 articoli e abstract;
- 73 trial randomizzati controllati, condotti su una popolazione che varia da 20 a 458 partecipanti.
Il tipo di musica utilizzato, il momento dell’ascolto e la durata variano da studio a studio.
Dall’analisi dei dati emerge che l’esposizione alla musica:
- attenua il dolore post operatorio (SMD -0.77 [95% CI, -0.99 / -0.56]);
- riduce l’ansia (-0.68 [-0.95 / -0.41]);
- limita il ricorso agli analgesici (-0.37 [-0.54 / -0·20]);
- aumenta la soddisfazione del paziente (1.09 [0.51 / 1.68]);
- non modifica il tempo di ricovero (-0.11 [-0.35 / 0.12]).
Importante: la scelta del tipo di musica e il momento dell’ascolto influiscono in misura molto limitata sui risultati. L’ininfluenza della tipologia, in particolare, induce a pensare che l’effetto antalgico sia dovuto non tanto al contenuto musicale in sé, apprezzabile a livello cognitivo ed estetico, quanto alle caratteristiche fisico-acustiche dei suoni in sé, e all’azione delle componenti armoniche e soprattutto ritmiche: un’ipotesi resa ancor più verosimile dal fatto che la musica è risultata efficace anche quando i pazienti erano sotto anestesia generale.
In conclusione, la musica può costituire una via complementare per ridurre l’ansia e il dolore nel periodo post operatorio.