EN
Ricerca libera
Cerca nelle pubblicazioni scientifiche
per professionisti
Vai alla ricerca scientifica
Cerca nelle pubblicazioni divulgative
per pazienti
Vai alla ricerca divulgativa

Menopausa precoce dopo un trapianto

  • Condividi su
  • Condividi su Facebook
  • Condividi su Whatsapp
  • Condividi su Twitter
  • Condividi su Linkedin
06/03/2008

Le vostre lettere alla nostra redazione

La mia storia? All’età di 39 anni, ho subìto un trapianto di midollo per una forma molto aggressiva di leucemia mieloide cronica. In seguito a una reazione cronica al trapianto, ho iniziato a soffrire di menopausa precoce, ipotiroidismo, osteoporosi, cataratta bilaterale e sclerodermia.
Per controllare l’osteoporosi, conseguente alla prolungata assunzione di cortisone dopo il trapianto, ho dovuto iniziare la terapia con alendronato ed integratori di calcio e vitamina D3.
Per quanto riguarda la menopausa precoce, per cinque anni ho seguito diverse terapie ormonali sostitutive, sempre cercando soluzioni adatte a me, ma senza mai raggiungere uno stato, neppure relativo, di benessere: ho continuato a soffrire di frequentissime infiammazioni vaginali, di fortissimi crampi alle gambe, di sanguinamenti vaginali e soprattutto di candidosi recidivanti.
A un certo punto, esasperata e sfiduciata, ho interrotto la terapia ormonale sostitutiva per due anni. Le conseguenze non si sono fatte attendere: distrofia vulvo-vaginale e secchezza delle mucose, peggiorata anche dalla sclerodermia di cui già pativo. Le terapie ormonali locali mi provocavano infiammazione e perfino i gel idratanti, alla lunga, risultavano irritanti. La mia vita sessuale era totalmente a zero, benché avessi al mio fianco un marito giovane e ancora innamoratissimo di me. Quindi, alla sofferenza fisica, si sommava quella interiore di entrambi. A deprimermi ulteriormente iniziò anche la caduta dei capelli, causata dalla carenza ormonale.
A metà 2005 sono andata da un nuovo medico. Me ne avevano parlato bene, e così mi ero detta: “Perché no?”. Quando mi ha chiesto: “Perchè è venuta da me?”, ho risposto senza esitare: “Perchè la speranza è l’ultima a morire”. In realtà, però, ero disperata.
A causa della sclerodermia, la mia pelle era durissima, spessa e nera. I miei muscoli talmente rigidi da muovermi come se fossi legata. L’addome e le gambe erano gonfi, e mi facevano male a causa dei tanti farmaci. Rapporti intimi, nemmeno a parlarne. Tono dell’umore: sottoterra. Sì, per carità, con il trapianto di midollo e le cure successive i medici mi avevano rimesso in piedi... Ma come? Era vita, quella?
Ero sicura di non avere più via di uscita, e che quella visita fosse la mia ultima carta. Invece, per la prima volta, ho trovato in quel medico un professionista capace di guardare la persona nella sua interezza, capace di stringere un’alleanza prima di tutto umana con il paziente e poi trovare le soluzioni tecniche giuste, spaziando dal farmaco di ultima generazione all’integratore più specifico; un medico capace di farsi guidare dalle reazioni soggettive della paziente ai farmaci, di modificare e personalizzare le cure, senza mai imporre nulla “da protocollo”, sempre duttile e aggiornatissimo.
Non avevo mai visto nulla del genere negli otto anni di calvario precedente! Non avevo mai visto un medico vero. Dato che la mia situazione clinica era alquanto complessa, anche la cura ha dovuto esserlo: oggi assumo un nuovo farmaco per la menopausa, e una serie di integratori per normalizzare l’attività muscolare, per far ricrescere i capelli, per aiutare il fegato, per sollevare il tono dell’umore, e fermenti lattici per normalizzare l’intestino. Ho anche imparato una sorta di “ginnastica pelvica” per rilassare la muscolatura.
Le ripetute infezioni da Candida che avevano assolutamente esasperato sia me che mio marito per tanti anni, si sono risolte con una semplicissima mossa preventiva: dei periodici lavaggi vaginali con acqua ed acido borico!
Per quanto riguarda l’osteoporosi, l’alendronato è stato sostituito da un farmaco più recente e la MOC mostra un lento, progressivo recupero di tessuto osseo, grazie anche alla terapia ormonale sostitutiva.
In due soli anni la mia pelle, le mie gambe, i miei muscoli, la mia sessualità sono progressivamente tornati pressoché come quelli di una persona normale. Così pure la mia vita, che sembrava da buttare!
Spero che nessuna altra donna si trovi ora nelle condizioni in cui ero io, ma se qualcuna oggi è alla disperazione, vorrei dirle che le cure ci sono, ma che ci vuole un medico aggiornato e capace di “orchestrarle” nel modo giusto. Bisogna cercare un alleato, che non sia ottimo solo dal punto di vista medico, ma anche da quello umano, che ti ridia coraggio e ti faccia sentire sostenuta e protetta quando senti di non farcela più. E vorrei aggiungere che non è giusto accontentarsi di sopravvivere amaramente.

Paola B.

Sullo stesso argomento per professionisti

Aggiornamenti scientifici

Vuoi far parte della nostra community e non perderti gli aggiornamenti?

Iscriviti alla newsletter