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L'idealismo annientato e distrutto

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18/06/2008

Tratto da:
Anne Frank, Diario, Einaudi, Torino, 1992

Guida alla lettura

Il Diario di Anne Frank è una coraggiosa testimonianza di fede nell’umanità, nel pieno della crisi spaventosa della seconda guerra mondiale.
Ragazzina un tempo esuberante, abituata a una vita facile e spensierata, Anne - confinata in un opprimente alloggio-rifugio insieme ad altre sette persone - impara presto a scrutare la voragine del male. Ma come tanti giovani della sua età, non rinuncia a cercare se stessa, il senso vero del suo essere nel mondo: e nonostante innumerevoli sofferenze e privazioni, continua a credere nella bellezza della vita e nella “intima bontà dell’uomo”, come afferma con fiducia nella riflessione che proponiamo.
Quello che colpisce di più, nelle frasi che stiamo per leggere, è l’inquietante filo invisibile che sembra accomunare l’orizzonte di Anne con quello di tanti giovani d’oggi, colpiti non già dalla guerra, ma dalla droga, dall’alcol, dall’ignoranza, dalla violenza. Pur nelle diversissime condizioni storiche e ambientali, per quanti ragazzi e ragazze del nostro tempo ogni idealismo sembra “annientato e distrutto”, mentre il mondo si muta lentamente “in un deserto”?
Dedichiamo quindi questa pagina ai giovani in difficoltà: perché, facendo appello come Anne alle proprie energie interiori e all’aiuto di qualità che possono trovare intorno a loro, sappiano vincere la mancanza di senso e trovare nell’amore per se stessi e per gli altri una buona ragione per tornare a vivere in pienezza e verità.
«La gioventù, in fondo, è più solitaria della vecchiaia». Questa massima, che ho letto in qualche libro, mi è rimasta in mente e l’ho trovata vera.
E’ vero che qui gli adulti trovano maggiori difficoltà che i giovani? No, non è affatto vero. Gli anziani hanno un’opinione su tutto, e nella vita non esitano più prima di agire. A noi giovani costa doppia fatica mantenere le nostre opinioni in un tempo in cui ogni idealismo è annientato e distrutto, in cui gli uomini si mostrano dal loro lato peggiore, in cui si dubita della verità, della giustizia e di Dio.
Chi ancora afferma che qui nell’alloggio segreto gli adulti hanno una vita più difficile, non si rende certamente conto della gravità e del numero dei problemi che ci assillano, problemi per i quali forse noi siamo troppo giovani, ma che ci incalzano di continuo, sino a che, dopo lungo tempo, noi crediamo di aver trovato una soluzione; ma è una soluzione che non sembra capace di resistere ai fatti, che la annullano. Ecco la difficoltà di questi tempi: gli ideali, i sogni, le splendide speranze non sono ancora sorti in noi che già sono colpiti e completamente distrutti dalla crudele realtà.
E’ un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo. Mi pare impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità.
Intanto debbo conservare intatti i miei ideali; verrà un tempo in cui saranno forse ancora attuabili.

Biografia

Annelies Marie “Anne” Frank nasce nel 1929 a Francoforte sul Meno. La famiglia, di origine ebraica, emigra in Olanda nel 1933, dopo la presa del potere da parte dei nazisti. Durante la guerra i Paesi Bassi vengono invasi dalle truppe tedesche, e gli ebrei deportati nei campi di concentramento e sterminio. Il 9 luglio 1942 la famiglia di Anne trova rifugio in un alloggio segreto situato in un vecchio edificio sul Canale Prinsengracht: lì vivranno, con un’altra famiglia, per oltre due anni. In quel periodo la giovane Anne tiene un diario in cui descrive con profondità ed efficacia la vita in clandestinità, la sua maturazione di ragazza, le speranze per il futuro.
Nell’agosto 1944, un informatore olandese indirizza la Gestapo al nascondiglio. I Frank e gli altri ospiti del rifugio vengono dapprima inviati al campo di smistamento di Westerbork, nell'Olanda nord-orientale, e poi ad Auschwitz. Dopo un mese, Anne e la sorella Margot vengono trasferite a Bergen-Belsen: muoiono entrambe di tifo, a un giorno di distanza l’una dall’altra, nel marzo 1945, poche settimane prima della liberazione del campo.
Solo il padre, Otto, sopravvive all’esperienza del lager. Torna ad Amsterdam nel giugno 1945 e due anni dopo pubblica il diario di Anne, salvato da amici della famiglia subito dopo la cattura. Muore a Basilea nel 1980.
Il diario di Anne Frank sarà tradotto in tutto il mondo e diverrà una delle opere autobio- grafiche più famose del tempo di guerra.
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