Della vita di Etty Hillesum prima della guerra sappiamo ben poco. Esther – questo il suo nome anagrafico – era nata il 15 gennaio 1914 a Middelburg, nei Paesi Bassi, ove il padre Levi insegnava lingue classiche. Dopo essersi trasferiti prima a Tiel e poi a Winschoten, nel 1924 gli Hillesum si stabilirono a Deventer, una cittadina dell’Olanda orientale situata lungo il corso del fiume Ijssel. Là Hillesum diventò vicepreside e, quattro anni dopo, preside del Ginnasio municipale.
Etty e i suoi fratelli Mischa e Jaap erano ragazzi molto intelligenti e dotati. Etty era una ragazza brillante, intensa, con la passione della lettura e degli studi di filosofia; Mischa era considerato uno dei più promettenti pianisti d’Europa; Jaap, a soli 17 anni, scoprì un nuovo tipo di vitamina e più tardi divenne medico.
Etty lasciò la scuola del padre nel 1932; ad Amsterdam prese la prima laurea, in Giurisprudenza, e poi si iscrisse alla facoltà di Lingue Slave. I suoi successivi studi di psicologia analitica junghiana furono interrotti dalla guerra.
Dopo l’invasione del 1940, i tedeschi iniziarono a poco a poco a isolare e a discriminare gli Ebrei olandesi. Il 29 aprile 1942 gli Ebrei furono costretti a portare la stella di David: e in quella stessa primavera iniziarono le deportazioni di massa. Prima del trasferimento definitivo ad Auschwitz, gli Ebrei venivano raccolti nel campo di smistamento di Westerbork, nella zona orientale del Paese.
Il 15 luglio 1942, Etty trovò lavoro come dattilografa in una delle sezioni del Consiglio Ebraico, un’istituzione creata dai nazisti per gestire i rapporti con la popolazione. Questa posizione avrebbe potuto salvarla, ma Etty decise di condividere la sorte del suo popolo e si lasciò deportare a Westerbork, ove operò per più di un anno come assistente sociale. Il 7 settembre 1943 tutta la famiglia, tranne Jaap, fu trasferita nel campo di sterminio di Auschwitz. Mentre lei, i genitori e il fratello Mischa morirono dopo poco tempo il loro arrivo, Jaap perse la vita in Germania, dopo la liberazione, mentre stava tornando in Olanda.
Un rapporto della Croce Rossa afferma che Etty morì il 30 novembre. Da un finestrino del treno che l’aveva trascinata nell’abisso aveva gettato una cartolina che fu raccolta dai contadini e che diceva: «Abbiamo lasciato il campo cantando».
Liberamente tratta da: Etty Hillesum, Diario 1941-1943, Adelphi 1985, pag. 14-19