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Io sono una sirena

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02/07/2010

Le vostre lettere alla nostra redazione

Ciao a tutte, vivo in Spagna e sono arrivata a questo sito perché oggi la tecnologia di cui disponiamo ha abolito le frontiere e ha reso possibile ciò che fino a poco tempo fa era impensabile. Come impensabile era per me trovare qualcuno che potesse dare risposta a un tormento lungo 25 anni.
La mia storia inizia nel 1983, quando mi sottoposi a un’interruzione volontaria della gravidanza per una serie di circostanze familiari avverse. Il dolore di questa decisione mi allontanò da mio marito, con il quale non riuscii più a ricreare la felice intesa sessuale di prima. Avevo 27 anni... La nostra vita coniugale proseguì come se fossimo fratelli, per amore del nostro bambino. Io mi concentrai su mio figlio, lui sul suo lavoro. Un patto tacito. Tre anni dopo, però, conobbi un’altra persona e con molta fatica arrivai ad avere con lei una relazione sessuale: era il primo legame fisico che avevo con uomo, a distanza di quattro anni dall’aborto. Ci vollero mesi perché vincessi tutte le mie ansie e i miei timori (e anche i sensi di colpa), ma scelsi di farlo. Ma dodici ore dopo il rapporto iniziò per me una vera “via crucis” che dura ancora oggi.
Dolori tremendi mai provati nelle parti intime, e bruciore, tanto bruciore, al punto che non potevo più camminare. Con moltissima vergogna andai da una ginecologa amica di una amica, alla quale raccontai l’accaduto: questa dottoressa mi diagnosticò un’infezione da Candida, che trattò con farmaci antimicotici. Tornai a casa sollevata pensando che ero solo stata sfortunata. Ma dopo quell’episodio, ogni volta che provavo ad avere una relazione completa con quell’uomo, si ripeteva la stessa situazione, anzi ogni volta peggiore. La ultima volta che tentammo mi provocai una recidiva di candidiasi che durò due anni interi!
Dopo questa tremenda esperienza rinunciai completamente ad avere un’attività sessuale e chiusi per sempre l’argomento. Poi il lavoro di mio marito ci portò a vivere all’estero e questa nuova vita colmò il vuoto nella mia esistenza. Imparai a considerarmi una sirena: una donna a metà. Dalla vita in giù avevo cancellato il mio corpo e lo avevo sostituito con una bella coda. Era l’unica difesa che avevo da questo male ignoto, che comunque mi colpiva a tradimento ogni volta che prendevo degli antibiotici o che mi sottoponevo alla visita ginecologica periodica: chiunque mi toccasse mi provocava dolori lancinanti e ricadute di Candida.
Improvvisamente, a 42 anni, rimasi vedova. Uno shock terribile. Altri sensi di colpa, quelli del sopravvissuto. Ne venni fuori con antidepressivi e psicologi, e nel 2003 conobbi il mio compagno attuale. All’inizio sembrava che tutto andasse bene: erano trascorsi dieci anni dal mio ultimo rapporto sessuale e pensavo di poter ricostruirmi un futuro, ma il passato era pronto a tornare alla luce. Il sogno durò sei mesi, poi iniziò la peggiore fase di questa maledetta malattia. Il solo contatto dell’acqua o dell’aria con la mucosa vaginale mi faceva sentire bruciori intensi. Mi sembrava di avere un cerchio di fuoco in un parte dei genitali che, dopo aver letto varie testimonianze su questa pagina, mi azzardo a definire il vestibolo della vagina.
Iniziai un pellegrinaggio nei più accreditati centri del Paese in cui vivo per diagnosticare quello che mi stava tormentando... ma nulla. Tutti i ginecologi consultati si limitavano a dirmi che era questione di lubrificare l’introito vaginale con appositi gel, ma non mi curavano e i gel non erano mai sufficienti. Poi venni in contatto con un medico omeopata specialista in medicina ortomolecolare: per un anno intero mi fece eliminare ogni tipo di carboidrato dall’alimentazione e in parallelo mi fece assumere integratori e farmaci omeopatici per rinforzare il sistema immunitario.
Sembrava che le cose andassero un poco meglio, ma dopo mesi di astinenza sessuale per permettere ai tessuti di riprendersi, alla prima relazione, ebbi un’altra ricaduta, l’ennesima. Il mio compagno perse tutto l’interesse verso di me, si stancò di accompagnarmi dai medici e alla fine... mi lasciò.
Adesso sono due anni che non ho nessuna persona al mio fianco e confesso che ho pensato persino al suicidio: ho 51 anni, sono sola, ho perso tutto e non ho nulla da offrire, perché alla fine qualsiasi uomo sano desidera avere rapporti completi con la sua compagna e non si accontenta di accarezzarla! E a me non mi si può neanche accarezzare perché in questo momento ho problemi anche nell’igiene quotidiana. L’ultima esame citologico che ho ritirato ieri è negativo alla Candida e a tutti tipi di batteri, ma rivela una forte infiammazione dei tessuti e presenza cospicua di leucociti. Da vent’anni il mio tasso antistreptolisinico (ASLO) oscilla fra 300 e 400, ma nessuno ha mai trovato una spiegazione a quello valore esagerato: dicono che non esiste letteratura medica al riguardo. Dipenderà dalla mia malattia?
Ma il destino forse mi ha sorriso guidandomi fino a questo sito. Oggi grazie all’encomiabile sforzo di questa Fondazione credo di aver intuito la malattia di cui sono vittima: forse è una vestibolite vulvare. Con questo sospetto, e tanta speranza, cercherò di nuovo un medico che mi sappia capire e soprattutto curare in modo definitivo... Perché, dopo tanto dolore, sono ancora capace di sperare e di credere che posso ancora vivere un amore appagante sotto ogni profilo!
Maria V.

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