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Fibromi dell'utero: la terapia dipende da molte variabili

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09/02/2012

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

“Ho 49 anni e recentemente mi sono stati diagnosticati due miomi. Il ginecologo mi ha consigliato di fare delle punture per bloccare il ciclo. Io però non sono molto convinta di questa cura, anche perché ho letto che ci sono terapie meno pesanti. Lei che cosa mi consiglia di fare? Grazie per la sua risposta”.
Gentile signora,
in caso di fibromi all’utero la scelta terapeutica dipende da molte variabili. Le più importanti, ma non le sole, sono:
a) i sintomi attuali, relativi:
- alle mestruazioni: cicli abbondanti, emorragici, con coaguli, prolungati, dolorosi;
- a possibili effetti compressivi, su organi vicini, se i fibromi sono voluminosi: pollachiuria (minzione frequente), e/o dolore gravativo sovrapubico, se il fibroma si sviluppa sulla parete anteriore dell’utero e “pesa” sulla vescica; difficoltà alla defecazione, se sono presenti voluminosi fibromi posteriori;
- al rischio di torsione (se i fibromi sono esterni all’utero, peduncolati, voluminosi);
b) la situazione ormonale della donna, relativamente all’età ma anche alla riserva ovarica, e all’eventuale desiderio procreativo residuo (anche se ha 49 anni, come lei);
c) il vissuto dell’utero: se è sentito come organo “simbolicamente” importante, indipendentemente dal desiderio residuo di figli, la donna di solito preferisce evitare l’intervento.
E’ quindi chiaro che la scelta terapeutica va personalizzata, tenendo conto della storia clinica complessiva ma anche di queste variabili.
Tutto ciò considerato, non avendo notizie specifiche relative al suo caso e non avendola visitata, non posso commentare il trattamento che le è stato proposto, né suggerirne uno alternativo. Le consiglio di parlare delle perplessità che prova con il suo ginecologo, e di cercare di capire con lui se esistano strade alternative che la soddisfino pienamente.
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