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Dolore ai rapporti dopo il parto: è solo un problema fisico e si può guarire!

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21/09/2012

Le vostre lettere alla nostra redazione

Sono Cinzia e ho 32 anni. Sono madre da 2 anni e finalmente oggi sto riprendendo il controllo della mia vita privata. Ho avuto la sfortuna di essere seguita da un ginecologo (primario del reparto di Ostetricia) che in sala parto è apparso e scomparso nel giro di pochi minuti... Mia figlia è nata dopo svariate ore di travaglio, una manovra di cui non ricordo il nome e infine l’episiotomia, grazie alla quale ho collezionato una gran quantità di punti esterni e interni. Mi hanno “ricucita” con il filo che si scioglie da solo, ma se dopo dieci giorni non arrivava a casa l’ostetrica territoriale, che mi toglieva due punti residui, non sarei riuscita neanche a sedermi! E pensare che mi dicevano che la cicatrice era bella...
Al controllo post parto dopo 40 giorni il ginecologo mi ha rassicurata che tutto procedeva bene, anche se quando tentavo di fare l’amore con mio marito sentivo un male fortissimo, e avevo provato dolore perfino durate la visita... Così ho deciso di cambiare ginecologo. La nuova dottoressa mi ha subito prescritto una terapia e mi ha consigliato di farmi visitare dal nuovo primario, il quale mi ha prescritto rapporti sessuali al fine di guarire il mio problema. Ovviamente con questo “metodo” il bruciore e il dolore non sono passati, anzi ho abbandonato del tutto l’intimità con mio marito e persino la bicicletta, che mi piaceva tanto: mi dava fastidio persino stare troppo seduta.
Un’amica mi ha suggerito di andare a Milano da uno specialista, che mi ha sconsigliato di operare la cicatrice e mi ha prescritto un anestetico locale. Ma anche questo è servito a poco: a un anno dal parto i rapporti sessuali con mio marito erano ormai quasi azzerati, e il dolore che provavo era tale che anche mio marito si sentiva in colpa.
Poi, all’improvviso, la luce! La mia ginecologa mi consiglia di fare un’ulteriore visita con un’altra professoressa, sempre di Milano. Dopo una lunga lista di attesa, arrivo in ambulatorio e mi stendo sul lettino: la dottoressa mi guarda e, prima ancora che io apra la bocca per precisare dove mi fa male, mi indica lei dove provo dolore! La mia domanda sorge spontanea: «E’ per caso una “maga”, o tutti i medici che ho incontrato sono poco competenti in questa specifica materia?». Risponde: «Io ho solo ascoltato le sue parole, la descrizione delle sensazioni che prova, ed esaminando la documentazione medica le dico che lei non è pazza, in fase ormonale o chissà cos’altro, ma ha una patologia che si chiama vestibolite vulvare. Il dolore provocato dalla cicatrice dell’episiotomia ha poco per volta messo in tensione i miei muscoli: e i tentativi di avere rapporti, attraverso un introito vaginale reso stretto dalla contrazione muscolare, ha infiammato il vestibolo provocando appunto tutto quel dolore e bruciore».
Mi prescrive una terapia farmacologica, una terapia fisioterapica ed una lista di accorgimenti da seguire a livello di stili di vita. Adesso, dopo quattro mesi, sto finalmente ricominciando ad avere rapporti con mio marito e mi sembra di essere ritornata quasi alla normalità: dico “quasi” perché un po’ di dolore alle volte c’è ancora, ma rispetto a una volta non è a niente... Continuo la terapia, che spero mi porti al più presto alla completa guarigione. Vi auguro di non aver mai bisogno di un medico in gamba come quella dottoressa ma, se provate dolore, non fermatevi alla frase: «E’ normale, col tempo si sistemerà». Andate fino in fondo, ne va della vostra salute e soprattutto della vostra felicità!
Cinzia B.

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