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Candida dopo antibiotici: come curarla

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12/06/2014

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica, H. San Raffaele Resnati, Milano
Dott.ssa Dania Gambini
Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, H. San Raffaele, Milano

“Sono una studentessa di 22 anni e ho un problema che mi affligge: dopo un intervento di trapianto gengivale effettuato nel novembre 2013, in cui ho dovuto assumere un antibiotico per una settimana, mi è comparsa una Candida vaginale probabilmente atipica, in quanto l’unico sintomo sono la leucoxantorrea e uno sporadico bruciore. Pur avendo assunto una terapia antimicotica, nonché fermenti lattici intestinali, non si è mai avuta la negativizzazione del tampone e i sintomi proseguono da ormai quasi sei mesi. Che cosa mi consigliate di fare, considerato che alla visita ecografia si è evidenziato un ovaio policistico e dovrei assumere una terapia estroprogestinica? Potrebbe inasprire l’infezione? Sto anche cercando di variare la dieta, limitando l’assunzione di glucosio e carboidrati, anche se questo mi danneggia un po’ dal momento che sono sottopeso”.
Carolina
Gentile Carolina, sarebbe utile eseguire un tampone vaginale colturale con micogramma per risalire al ceppo di Candida coinvolto e valutarne la sensibilità ai farmaci antimicotici attualmente in commercio.
Le consigliamo di instaurare una terapia per via orale basandosi sul risultato di tale esame, da estendere al suo partner anche se asintomatico. Si possono aggiungere probiotici vaginali, utili nel ripristinare il normale biofilm vaginale e nel contrastare lo sviluppo di germi patogeni. Apporti inoltre alcune modifiche nello stile di vita (eliminazione di lieviti e zuccheri semplici, indumenti intimi di cotone bianco o, meglio, di fibroina di seta, regolarizzazione dell’attività intestinale) al fine di ottenere una guarigione più rapida.
Se l’esame obiettivo evidenzia anche un ipertono dei muscoli del pavimento pelvico è consigliabile evitare la penetrazione vaginale fino alla normalizzazione del quadro, ottenibile mediante l’ausilio di farmaci miorilassanti, esercizi di stretching e sedute di riabilitazione del pavimento pelvico. L’utilizzo di preparati estroprogestinici non è controindicato in caso di infezione micotica vaginale, ma va valutato il pH vaginale per accertare il livello di estrogenizzazione e di lubrificazione.
Un cordiale saluto.

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