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Vulvodinia: il protocollo di cura

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21/02/2020

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica, H. San Raffaele Resnati, Milano
Dott.ssa Dania Gambini
Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, H. San Raffaele, Milano

“Da due anni ho dolori al perineo che, camminando, si estendono fino al pube con formicolii, scosse e punture di spilli. Il ginecologo, ipotizzando che si tratti di vulvodinia, mi ha prescritto l’amitriptilina e la riabilitazione del pavimento pelvico. Però, camminando e stando in piedi, è peggiorato tutto. Ho fatto una risonanza magnetica che ha rivelato un ispessimento del nervo pudendo sotto le cicatrici del primo parto. Inoltre si è visto che ho un varicocele pelvico. Sto facendo l’ozonoterapia da due mesi, ma non noto nessun miglioramento: anzi, mi sembra che vada peggio. Sono disperata… Che cosa posso fare?”.
Gentile amica, la sintomatologia da lei descritta può effettivamente ricondursi alla vulvodinia, per cui risulta fondamentale instaurare un protocollo di cura completo e multimodale, che vada ad agire su tutti i fattori alla base della patologia: farmaci antinfiammatori, antimicotici, miorilassanti, probiotici intestinali. Considerando l’esito della risonanza magnetica, sarebbe utile aggiungere farmaci mirati per il dolore neuropatico (come il gabapentin) agli SSRI a basso dosaggio, e ricorrere a ulteriori sedute di riabilitazione del pavimento pelvico per rilassare la muscolatura perivaginale. In base al suo racconto e alla nostra esperienza clinica, riteniamo che il dolore così importante che l’affligge quotidianamente non possa essere legato alla presenza del varicocele pelvico. Un cordiale saluto.
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