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Vulvodinia generalizzata, una patologia da cui si può guarire

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28/09/2012

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica, H. San Raffaele Resnati, Milano
Dott.ssa Dania Gambini
Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, H. San Raffaele, Milano

«Ho 38 anni e un anno fa sono stata operata in laparoscopia per una cisti ovarica. Dopo pochi giorni ho cominciato ad avere problemi urinari, con una sensazione di “peso” anale, e da qui i medici si sono resi conto che mi avevano lasciato un corpo estraneo in vagina. In seguito mi hanno prescritto un antibiotico per la cistite, che a sua volta mi ha scatenato la candida. Una mattina mi sono svegliata con la vulva molto gonfia e molto sensibile al tatto, emorroidi infiammate e un forte prurito vulvare e perianale che ancora oggi, a distanza di quasi un anno, persiste. Mi hanno bombardato di antimicotici e cortisone, la candida è sparita, ma gli altri sintomi sono sempre più evidenti. Dopo diverse cure con miorilassanti, da marzo prendo antidepressivi. Inutile aggiungere che non riesco ad avere rapporti perché sono chiusa, e per me è difficile anche solo la visita ginecologica. Sono disperata e avvilita, perché mi sento diversa dalle altre donne…».
Stefania B.
Cara Stefania, dal suo racconto emerge una probabile condizione di vulvodinia generalizzata, un disturbo non raro con un’incidenza media del 15% nella popolazione femminile. Il dolore può essere cronico, continuo o intermittente, spontaneo o provocato da stimoli tattili, come un abbigliamento troppo stretto o il rapporto sessuale. Può inoltre essere isolato, o manifestarsi in associazione ad altre patologie mediche (vaginiti ricorrenti da Candida, sindrome della vescica dolorosa, sindrome del colon irritabile, endometriosi, cefalea, ansia, depressione) e disturbi sessuali (dispareunia introitale, secchezza vaginale).
E’ una patologia che merita sicuramente di essere correttamente diagnosticata e trattata, in quanto causa di una notevole sofferenza a livello fisico, sessuale, interpersonale e sociale. Come sempre in medicina, l’anamnesi e la visita sono fondamentali per una corretta diagnosi. Le consigliamo quindi di rivolgersi a un centro specializzato di patologia vulvare, al fine di instaurare un corretto piano terapeutico: di vulvodinia si può guarire!
Può approfondire la conoscenza dei suoi disturbi leggendo le schede mediche sulla vestibolite vulvare pubblicate in questo sito. Per un inquadramento rigoroso del suo problema può inoltre leggere “Vulvodinia. Strategie di diagnosi e cura”, scritto da Alessandra Graziottin e Filippo Murina (Springer Verlag Italia, Milano, 2011).

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