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Salute ginecologica, riproduttiva e sessuale: dati critici fra le donne richiedenti asilo

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Salute ginecologica, riproduttiva e sessuale: dati critici fra le donne richiedenti asilo
14/05/2025

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

Commento a:
Majlander S, Kinnunen TI, Lilja E, Castaneda AE, Skogberg N, Koponen P.
Sexual and reproductive health of newly-arrived asylum-seeking women: a cross-sectional survey in Finland
Reprod Health. 2025 Apr 26;22(1):59. doi: 10.1186/s12978-025-02012-2. PMID: 40287738; PMCID: PMC12032761
Esaminare i problemi di salute ginecologica e riproduttiva fra le donne richiedenti asilo in Finlandia, valutando nel contempo l’accettabilità delle domande specificamente centrate sulla sessualità: è questo il tema dello studio di Satu Majlander e collaboratori, del Finnish Institute for Health and Welfare di Helsinki.

Le Nazioni Unite (ONU) definiscono richiedenti asilo coloro che lasciano il proprio Paese a causa di persecuzioni individuali per motivi di etnia, religione, nazionalità, opinioni politiche o appartenenza a determinati gruppi sociali, e chiedono il riconoscimento dello status di rifugiato, che prevede una protezione internazionale. Si tratta dunque di una figura giuridica e umanitaria diversa da quella del profugo, che indica chi abbandona il proprio Paese a causa di guerre, persecuzioni di massa o catastrofi naturali, e da quella del migrante, che tenta di stabilirsi temporaneamente o definitivamente in un altro Paese per ragioni legate alla povertà economica.

Una caratteristica accumuna tuttavia donne richiedenti asilo, profughe e migranti: un elevato rischio di infezioni a trasmissione sessuale, violenza, gravidanze indesiderate, complicanze ostetriche e morte.

Lo studio finlandese è stato condotto su 278 donne di età compresa fra 18 e 50 anni, raggruppate in quattro categorie in base al Paese di nascita:
  • Russia e altri Stati dell’ex Unione Sovietica;
  • Medio Oriente e Nord Africa (principalmente Turchia, Iran e Iraq);
  • Paesi dell’Africa sub-sahariana e australe (principalmente Somalia, Nigeria, Angola e Camerun);
  • Altri Paesi: Nicaragua, Albania, Bangladesh, India, Cuba, Kosovo e Sri Lanka.
Altre variabili di background (istruzione, capacità di lettura e scrittura, competenze linguistiche, situazione familiare) sono state valutate sulla base di informazioni auto-riportate.

Le percentuali di rischio sono state calcolate per attività sessuale, uso di contraccettivi, mutilazioni ed escissioni genitali, gravidanze totali, aborti spontanei, aborti indotti, salute mestruale. L’accettabilità delle domande sulla salute sessuale è stata stimata in base al numero di mancate risposte.

Questi i principali risultati:
  • fra le donne provenienti da Paesi dell’Africa sub-sahariana e australe, il 21% (CI 95% 10,4-38,9) aveva avuto sei o più partner sessuali negli ultimi 12 mesi;
  • la maggior parte delle donne provenienti da Altri Paesi (62%, CI 95% 39,9-79,7) e di quelle provenienti da Paesi dell’Africa sub-sahariana e australe (51%, CI 95% 34,1-68,2) non aveva utilizzato contraccettivi di alcun tipo durante l’ultimo rapporto sessuale;
  • il 30% delle donne provenienti da Paesi dell’Africa sub-sahariana e australe (CI 95% 18,7-45,2) ha segnalato di avere subito mutilazioni ed escissioni genitali, a un’età media di 5 anni;
  • il 10% (CI 95% 6,6-13,9) di tutte le donne e il 25% (CI 95% 14,3-39,2) di quelle provenienti da Paesi dell’Africa sub-sahariana e australe erano incinte al momento dello studio;
  • il 35% (CI 95% 25,5-46,0%) delle donne provenienti da Russia e altri Paesi dell’ex Unione Sovietica aveva avuto almeno un aborto indotto;
  • le mancate risposte variavano fra il 7 e il 17%, con un'incidenza maggiore nelle domande relative all’uso di contraccettivi fra le donne provenienti da Medio Oriente e Nord Africa.
In sintesi:
  • è importante includere, con la dovuta delicatezza, la salute ginecologica e riproduttiva nelle valutazioni sanitarie offerte alle donne richiedenti asilo;
  • è fondamentale che gli enti del terzo settore si attivino sempre più estesamente a supporto dei servizi sanitari pubblici e privati nell’accoglienza e nell’accompagnamento di queste donne verso una vita riproduttiva e sessuale informata, consapevole e auto-determinata.

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