Durante e dopo le terapie oncologiche, la donna lamenta spesso depressione, ansia, affaticabilità, dolore, disturbi del sonno; gli studi sinora condotti sull’efficacia a breve termine della mindfulness presentano risultati contrastanti.
La mindfulness è una pratica di meditazione basata sul buddismo, ma priva della componente religiosa, volta a lenire la sofferenza attraverso una più intensa consapevolezza del proprio mondo interiore, costituito da sensazioni, emozioni, pensieri, azioni, relazioni. Diversi studi ne hanno documentato, per esempio, l’efficacia nel ridurre gli indici infiammatori correlati a numerose patologie.
Lo studio è stato condotto su trial randomizzati controllati catalogati in cinque database, dalla costituzione all’aprile 2020.
Questi i risultati:
- sono stati preliminarmente individuati 19 trial, condotti su campioni di varia numerosità (da 36 a 336 partecipanti);
- la review è stata condotta su 11 studi, per un totale di 1687 donne (età media: 53.3 anni);
- rispetto ai controlli, la mindfulness riduce in misura significativa la depressione (MD: -1.32; 95% CI, da -2.18 a -0.46; I2 = 97%) e la stanchezza cronica, o fatigue (MD: -0.47; 95% CI, da -0.59 a -0.34; I2 = 0%);
- a tre mesi dall’inizio della sperimentazione, i livelli di stress delle donne trattate con la mindfulness risultavano significativamente ridotte rispetto ai controlli (MD: -0.79; 95% CI, da -1.34 a -0.24; I2 = 0%).
Conclusioni:
- la mindfulness contribuisce a ridurre in tempi brevi la depressione, la fatigue e lo stress indotti dal cancro e dalle terapie;
- trattandosi di una tecnica non costosa e alla portata di tutti, è opportuno che le donne, se interessate, siano incoraggiate a praticarla, e che i clinici l’inseriscano, quando indicata, nel novero delle cure di routine.