La ricerca è stata condotta su 113 pazienti con una diagnosi confermata di morbo di Parkinson (Parkinson’s Disease, PD) e oltre al dolore cronico, misurato su Scala Visuale Analogica e definito tale se superiore ai tre mesi, ha preso in considerazione le variabili demografiche, i sintomi motori e le comorbilità.
Questi i principali risultati emersi dall’indagine:
- 73 pazienti (64.6%) soffrono di dolore cronico;
- di questi, 12 (16.4%) avevano dolore già prima della diagnosi di PD;
- i tipi di dolore più frequenti sono: muscoloscheletrico (89.0%), neuropatico periferico e radicolare (31.5%), distonico (15.1%) e parkinsoniano centrale (4.1%);
- 26 pazienti (35.6%) lamentano differenti tipi di dolore contemporaneamente;
- la forma più grave è il dolore parkinsoniano centrale;
- i fattori predittivi indipendenti di dolore cronico includono il genere femminile, l’impegno nelle attività quotidiane, la rigidità motoria e la depressione;
- i punteggi ottenuti con il Medical Outcomes Study 36-Item Short-Form Health Survey (SF-36), Physical Component Summary e Mental Component Summary, sono inferiori nei pazienti con dolore cronico rispetto a quelli senza dolore;
- il fattore più significativo che influenza il punteggio del SF-36 è proprio il dolore cronico.
Lo studio ha il pregio di evidenziare che nel morbo di Parkinson:
- il dolore cronico è un problema frequente;
- possono coesistere molte forme di dolore cronico;
- il dolore compromette ulteriormente la qualità di vita già pesantemente segnata dalla malattia;
- il dolore cronico correla sia con fattori associati alla malattia vera e propria, come la rigidità e la difficoltà di svolgimento delle attività quotidiane, sia con fattori generali come il genere e la depressione;
- il dolore cronico è il più importante fattore predittivo di bassa qualità di vita.
Questi risultati indicano come, per migliorare realmente la qualità di vita dei pazienti, la terapia del PD debba concentrarsi non solo sui sintomi motori, ma anche sul dolore e la depressione.