A partire dalle evidenze di letteratura e dall’opinione degli esperti che hanno partecipato ai lavori, il documento:
- si focalizza sui primi dieci anni successivi alla menopausa;
- mira a favorire un approccio personalizzato alle terapie;
- prende in considerazione anche gli stili di vita.
Queste, in sintesi, le principali indicazioni:
- per ogni donna, l’inizio della menopausa è il momento ideale per fare il punto sul proprio stato di salute, valutando i fattori di rischio osseo, cardiovascolare e oncologico che possono essere amplificati dalla carenza estrogenica, e per rivedere i propri stili di vita;
- a tutte le donne dovrebbero essere rivolte tre fondamentali raccomandazioni: seguire un’alimentazione sana; fare attività fisica regolare; evitare i fattori di rischio modificabili, fumo in primis;
- la terapia ormonale sostitutiva (TOS) è la cura più efficace per i sintomi vasomotori, ma può essere raccomandata come trattamento di prima linea anche per la prevenzione dell’osteoporosi nelle donne con rischio di frattura da basso a moderato;
- i rischi legati alla TOS variano a seconda del tipo, della dose, della via somministrazione, della durata d’uso, del momento in cui viene iniziata e dell’eventuale utilizzo di un progestinico;
- esistono evidenze ragionevoli che l’utilizzo di estradiolo transdermico, in associazione con progesterone micronizzato o didrogesterone, possa limitare sia il rischio tromboembolico venoso associato agli estrogeni orali sia il rischio di cancro al seno associato ai progestinici sintetici;
- a ogni donna si dovrebbe proporre una TOS personalizzata, utilizzando le migliori evidenze disponibili per massimizzare i benefici e minimizzare i rischi, e con una rivalutazione periodica del rapporto rischi-benefici;
- non esiste una durata ottimale teorica della TOS, ma vanno presi in considerazione, su base annua: 1) l’indicazione iniziale per la terapia; 2) le caratteristiche della paziente, l’andamento dei suoi sintomi e le sue specifiche esigenze di salute; 3) il già citato rapporto rischi-benefici;
- per i sintomi locali della sindrome genitourinaria della menopausa (GSM), il trattamento di prima linea è costituito da lubrificanti e creme idratanti insieme a estrogeni vaginali a basso dosaggio, a seconda del decorso clinico.
Il documento di consenso francese è di grande importanza perché conferma, dopo analoghe prese di posizione in altri Paesi del mondo e nelle principali società internazionali della menopausa, il deciso cambio di atteggiamento nei confronti della TOS, dopo i due decenni di terrorismo nei confronti degli ormoni alimentato dallo studio WHI. Assolutamente da sottolineare, in particolare, l’insistenza sulla necessità di:
- mettere al centro dell’attenzione clinica la donna, con le sue domande e i suoi timori;
- personalizzare la terapia in funzione delle caratteristiche e dei sintomi della singola paziente;
- adottare stili di vita impeccabili: alimentazione equilibrata, movimento fisico regolare, no fumo;
- considerare la TOS come trattamento di prima linea per i sintomi vasomotori (con tutte le conseguenze neurovegetative e cognitive che ne possono derivare) e osteo-articolari;
- proseguire la TOS sino a quando i benefici superano i rischi.
Il solo limite, peraltro vistoso, riguarda la cura della GSM ed è l’assenza di indicazioni all’utilizzo del testosterone in pomata, che è la soluzione più efficace per ridurre l’infiammazione e ricostruire l’architettura dei tessuti vulvo-vaginali colpiti dall’atrofia conseguente alla carenza estrogenica.