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La paziente e il suo dolore: essenziali un ascolto attento, rispetto e un approccio clinico competente

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«Soffro da anni di dolore vulvare, che ho cercato di curare con il laser e ogni tipo di crema. Oggi hanno tentato di farmi il pap test, ma non ci sono riusciti perché avevo un dolore incredibile. L’ostetrica, una donna come me, mi ha detto che questi dolori sono solo nella nostra testa. Ora sto sanguinando, e non posso nemmeno urinare. Il dolore “nella testa” lo avrà lei, e i medici come lei che non capiscono di cosa si tratta. Io non so se sia vaginismo o un’infiammazione cronica, ma quel dolore atroce ce l’ho davvero».

La paziente e il suo dolore: essenziali un ascolto attento, rispetto e un approccio clinico competente

02/06/2023

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

La risposta in sintesi

Gentile amica, il suo caso purtroppo non è isolato: ci sono tantissime donne che, come lei, si sentono dire che il dolore “ce l’hanno in testa”. Un’affermazione scientificamente infondata, e offensiva, che fanno molte ginecologhe, molti ginecologi, e anche molte ostetriche come quella che ha incontrato lei. Ancora una volta devo dunque insistere su un concetto fondamentale che vale per ogni essere umano di qualsiasi età, e anche per i nostri amici animali: il dolore è un segnale d’allarme che ci avverte di un danno in corso, e come tale va ascoltato, rispettato, interpretato in fase di diagnosi e infine curato con terapie appropriate.
In questo video illustro:
- come l’infiammazione sia una delle armi che il nostro sistema immunitario ha a disposizione per contrastare gli effetti dell’evento patologico che minaccia l’organismo;
- l’importanza che ogni professionista della salute – medico di medicina generale, specialista, infermiere, ostetrica, fisioterapista – ascolti i sintomi della paziente con umiltà, e con la competenza necessaria a identificarne, ciascuno al proprio livello di responsabilità, le basi fisiopatologiche;
- come, in ogni caso, nessuno possa permettersi di banalizzare quel dolore e accusare la paziente di inventarselo, compiendo così un vero e proprio abuso che va a sommarsi all’omissione diagnostica e terapeutica;
- la necessità di non limitarsi a calmare il dolore con analgesici sempre più potenti ma, se possibile, con farmaci che vadano a incidere sulle cause della sofferenza;
- i dati allarmanti che documentano, negli Stati Uniti, gli esiti sanitari e sociali dell’abuso di oppiacei nella terapia del dolore;
- alcune ipotesi che potrebbero spiegare, nel suo specifico caso, un dolore così forte da impedire anche l’esecuzione del pap test.

Realizzazione tecnica di Monica Sansone
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