Infiammazione e disturbi neuropsichiatrici: una stretta correlazione
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31/05/2018
Prof.ssa Alessandra Graziottin Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano
Bauer ME, Teixeira AL. Inflammation in psychiatric disorders: what comes first? Ann N Y Acad Sci. 2018 May 11. doi: 10.1111/nyas.13712. [Epub ahead of print]
Fare il punto sulle conoscenze relative alle correlazioni tra infiammazione e disturbi neuropsichiatrici: è questo l’obiettivo dell’articolo di M.E. Bauer e A.L. Teixeira, rispettivamente del National Institute of Science and Technology di Brasilia, Brasile, e dell’Health Science Center dell’Università del Texas a Houston, Stati Uniti. I disturbi neuropsichiatrici, fra cui la depressione e la schizofrenia, sono strettamente interrelati con l’infiammazione, ed è probabile che si potenzino reciprocamente in una sorta di loop bidirezionale. In particolare, la depressione facilita le reazioni infiammatorie, e l’infiammazione a sua volta favorisce la depressione. Gli Autori sottolineano come i pazienti affetti da tali disturbi presentino tutte le caratteristiche tipiche dell’infiammazione, inclusi: - un elevato livello di citochine proinfiammatorie; - un’iperattivazione delle terminazioni nervose sensitive; - uno stato infiammatorio diffuso in tutti i tessuti. Le citochine proinfiammatorie, in particolare, influiscono sull’umore e sulle funzioni cognitive riducendo i livelli cerebrali di monoammine, aumentando i livelli di glutammato e danneggiando la neuroplasticità. Quali sono le fonti di questa infiammazione cronica? Evidenze crescenti indicano che le alterazioni della regolazione neuroendocrina, del metabolismo, dell’alimentazione e del microbiota intestinale, oltre ai cattivi stili di vita, sono importanti trigger dell’infiammazione. Infine, dati recenti indicano come anche lo stress patito nei primi mesi di vita possa predisporre a elevati livelli infiammatori.
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ATTENZIONE: Ogni terapia va individualizzata e monitorata in ciascuna paziente dal medico specialista esperto nel campo. Queste schede informative non possono in alcun modo sostituirsi al rapporto medico-paziente, né essere utilizzate senza esplicito parere medico
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