La ricostruzione della mammella dopo mastectomia è diventata una componente sempre più importante della terapia del cancro al seno. Purtroppo, però, alcune pazienti lamentano un forte dolore post-operatorio che le espone a svariate patologie e allo sviluppo di forme invalidanti di dolore cronico. Lo studio si propone dunque di identificare i principali fattori di rischio per ridurre l’incidenza del problema.
La ricerca ha coinvolto 2207 donne. Prima dell’operazione sono state accertate le seguenti variabili:
- storia clinica personale, con particolare riferimento alle esperienze di dolore;
- livelli di ansia;
- presenza di depressione;
- caratteristiche socio-demografiche.
Il dolore pre- e post-operatorio a una settimana dall’intervento è stato misurato con strumenti validati quali:
- il McGill Pain Questionnaire-Short Form (MPQ-SF);
- la Numerical Pain Rating Scale (NPRS);
- il questionario BREAST-Q.
I sintomi depressivi e l’ansia, invece, sono stati valutati rispettivamente con:
- il Patient Health Questionnaire;
- la Generalized Anxiety Disorders Scale.
Questi i risultati emersi dall’elaborazione statistica dei dati:
- i fattori che predicono un più grave dolore post-operatorio sono: l’età più giovane, la ricostruzione bilaterale, la gravità del dolore pre-operatorio, l’ansia e la depressione;
- le procedure ricostruttive che minimizzano il dolore post-operatorio sono la ricostruzione con lembo TRAM (Transverse Rectus Abdominis Musculocutaneous), la ricostruzione con lembo DIEP (Deep Inferior Epigastric Perforator) e la ricostruzione SIEA (Superficial Inferior Epigastric Artery), mentre la tecnica con “Espansore e protesi” (Tissue Expander/Implant) risulta più dolorosa.
Queste indicazioni possono consentire al chirurgo plastico di personalizzare la terapia antalgica post-operatoria per migliorare il confort complessivo, ridurre la morbilità correlata alla convalescenza e migliorare la soddisfazione della paziente per il risultato dell’intervento.