- stimola lo sviluppo di ceppi resistenti;
- crea disequilibri nella flora batterica intestinale, che a loro volta predispongono alle cistiti recidivanti attraverso un meccanismo di migrazione batterica noto come “traslocazione”.
La terapia, multimodale, include:
- la normalizzazione del pH vaginale, se alterato;
- la regolarizzazione dell’intestino, e in particolare la cura della stipsi, verificando nel contempo la presenza di eventuali intolleranze alimentari;
- l’uso di probiotici utili, come il Saccharomyces Boulardii e l’EcN (Escherichia coli di Nissle), che aiutano a migliorare l’ecosistema intestinale;
- il destro mannosio, uno zucchero inerte di origine vegetale che agisce bloccando l’adesione dell’Escherichia coli alle cellule dell’epitelio vescicale, facilitando la sua eliminazione con il flusso urinario;
- gli estratti di mirtillo rosso, utili a proteggere la parete interna della vescica (urotelio) dagli attacchi dell’Escherichia coli;
- la lattoferrina, che modula e potenzia le difese immunitarie;
- la N-acetil-cisteina, che contribuisce a demolire la rete mucopolisaccaridica che, nel biofilm patogeno, protegge i germi dall’attacco del sistema immunitario e degli antibiotici;
- la morinda citrifolia, che ha proprietà antinfiammatorie e antibatteriche;
- sedute di riabilitazione del pavimento pelvico mirate al rilassamento della muscolatura perivaginale, qualora sia contratta: sono essenziali per rimuovere la componente “biomeccanica”, da ipertono, che scatena l’attacco della cistite 24-72 ore dopo i rapporti, ma devono essere fatte da terapisti molto competenti sul rilassamento del pavimento pelvico.
Come vede, non si tratta di una cura semplice, né breve: ma nel giro di qualche mese si può ridurre drasticamente la frequenza e la gravità degli attacchi.
La guarigione completa può essere più difficile da ottenere, perché il perdurare delle infezioni per anni ha creato biofilm patogeni particolarmente tenaci.
Il miglioramento è comunque sempre netto e incoraggiante, anche in vista della desiderata gravidanza!
Per maggiori informazioni, la rimandiamo ai numerosi articoli pubblicati su questo sito.
Le cistiti ricorrenti, nel 60% dei casi, sono poi associate a vestibolite vulvare (vulvodinia provocata), una condizione infiammatoria cronica che colpisce il 13-17% della popolazione femminile, di cui può ugualmente trovare informazioni dettagliate sul sito. Se si soffre anche di questa patologia, è necessario instaurare un protocollo terapeutico mirato a base di antinfiammatori, antimicotici e miorilassanti. In aggiunta è necessario seguire norme dietetiche-comportamentali ben precise (eliminare lieviti e zuccheri semplici, biancheria intima in cotone, non utilizzare indumenti attillati) ed effettuare sedute di riabilitazione del pavimento pelvico per rilassare la muscolatura peri-vaginale, che gioca un ruolo rilevante nella genesi e nel mantenimento del problema.
Nel caso in cui, dopo alcuni mesi di terapia farmacologica e riabilitativa, dovessero persistere i disturbi urinari è bene procedere con una visita urologica specifica al fine di valutare condizioni prettamente di competenza urologica (sindrome della vescica dolorosa/cistite interstiziale), valutando l’integrazione con farmaci urologici specifici e ricorrendo eventualmente anche alla rieducazione minzionale. Un cordiale saluto.