Gli autori hanno studiato un campione di 79 donne operate per endometriosi fra il 2003 e il 2006, attraverso la compilazione di quattro questionari validati:
- il Short-Form McGill Pain Questionnaire, articolato in 15 domande (11 relative alle sensazioni fisiche, 4 alle emozioni correlate), e nel quale il dolore è classificato come assente (0), leggero (1), medio (2) e severo (3);
- il 12-item Short-Form Health Survey, composto da 12 domande sullo stato di benessere complessivo, sulla fatica correlata all’attività fisica, e su dolore, ansia e depressione, con riferimento alle quattro settimane precedenti la somministrazione del questionario;
- il Beck Depression Inventory, che in 21 domande accerta la severità della depressione;
- la sezione dedicata al “catastrofismo” del Coping Strategies Questionnaire: il questionario, nel suo insieme, studia sette strategie di adattamento (“coping”), di cui sei cognitive (diversione dell’attenzione, reinterpretazione delle sensazioni di dolore, auto-incoraggiamento, negazione delle sensazioni di dolore, preghiera e speranza, catastrofismo) e una comportamentale (intensificazione dell’attività).
La principale variabile posta sotto osservazione è stata l’intensità del dolore pelvico post operatorio, misurata con il McGill Pain Questionnaire. Attraverso diversi strumenti statistici, inoltre, si sono studiate la correlazione fra ciascun fattore predittivo preso in considerazione e il livello del dolore stesso.
Questi, in sintesi, i risultati:
- indipendentemente dagli esiti obiettivi della chirurgia, l’intensità emotiva del dolore pelvico post operatorio correla negativamente con l’età (coefficiente β -0.12, P=0.002) e positivamente con il livello di catastrofismo (coefficiente β 0.66, P=0.01): in altre parole, il dolore pelvico percepito è tanto più intenso quanto più la donna è giovane e tende a una percezione catastrofistica del dolore stesso; il catastrofismo, in effetti, implica una percezione più intensa del dolore, l’impossibilità di distrarre l’attenzione da esso e un senso di profondo pessimismo riguardo alla possibilità di controllarlo;
- le donne con una storia clinica di dispareunia riportano punteggi complessivi significativamente più alti con il McGill Pain Questionnaire (P<0.001);
- non sembra esserci correlazione fra l’intensità del dolore percepito e la severità obiettiva dell’endometriosi.
Commento della prof. Graziottin
Ulteriori approfondimenti di queste tematiche potranno aiutare a identificare le pazienti con la minore probabilità di beneficiare della chirurgia nel controllo del dolore pelvico associato all’endometriosi. Nello stesso tempo, senza negare la verità biologica e al tempo stesso soggettiva del dolore, la psicoterapia post operatoria potrebbe aiutare le donne con il maggior grado di catastrofismo a:
- rendersi consapevoli di questo modo di vedere le cose;
- sostituirlo progressivamente con un approccio al dolore più realistico e costruttivo, anche attraverso l’accettazione di esperienze che possano smentire le opinioni che, in una sorta di circolo vizioso, sostanziano il catastrofismo stesso.
In parallelo, la modulazione farmacologica della neuroinfiammazione correlata all’endometriosi e all’intenso dolore potrebbe contribuire a ridurre le basi biologiche della depressione e del “sickness behaviour”, ossia del comportamento di malattia ad essa associato .