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La donna libera nell'antica Roma: condizione sociale, tutela legale

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La donna libera nell'antica Roma: condizione sociale, tutela legale

24/02/2011

Intervista alla Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

Graziottin A.
Sessualità e libertà delle donne nell’antica Roma
Lettura inaugurale
XXVI Congresso Nazionale della Società Italiana di Andrologia (SIA) su "La salute sessuale nel terzo millennio: un diritto dell'uomo e della coppia, un dovere dell'andrologo", Roma, 25-27 novembre 2010

Sintesi dell'intervista e punti chiave

In occasione del XXVI Congresso Nazionale della Società Italiana di Andrologia (SIA), la professoressa Graziottin ha tenuto la lettura inaugurale sul tema della sessualità e della libertà della donna nell’antica Roma. Dallo studio delle fonti storiografiche, soprattutto di matrice anglosassone, emerge che alle donne libere veniva riconosciuto un valore straordinario, poi perduto nei secoli successivi alla disgregazione dell’Impero. Un valore che emerge per esempio nella regolamentazione giuridica dei rapporti familiari, anche di natura patrimoniale, e nella repressione incondizionata della violenza sessuale, a cui si accompagnavano misure risarcitorie davvero significative.
Perché parlare di Roma antica in apertura di un congresso medico? Come la legge romana disciplinava la posizione femminile all’interno della famiglia? Che cosa avveniva, in caso di stupro? E che cosa significa, per la donna e per l’uomo di oggi, poter contare su una realtà medico-scientifica e farmacologica incomparabile rispetto a quei tempi lontani?
In questa intervista la professoressa Graziottin illustra:
- le motivazioni culturali che la spingono a occuparsi di storia antica, con particolare riferimento alla condizione della donna;
- come il diritto familiare non discriminasse tra maschi e femmine, al punto che la donna poteva gestire patrimoni anche ingenti ed essere pienamente tutelata in caso di divorzio;
- come la filologia antica abbia sostanzialmente censurato ogni voce letteraria femminile, lasciando che sulla vita della donna ci giungesse, attraverso i secoli, solo una lettura maschile;
- la condanna che il Codice Romano prevedeva per gli stupratori, e il risarcimento pecuniario riconosciuto alle vittime;
- come tale legislazione non contemplasse in alcun modo l’odiosa ipotesi di “compiacenza” da parte della donna;
- come la farmacologia moderna abbia fatto passi straordinari anche sul fronte della sessualità maschile e femminile, consentendo di curare con efficacia numerose patologie che attentano alle basi organiche della funzione sessuale e, di conseguenza, alla serenità della relazione di coppia;
- come spesso, tuttavia, le potenzialità della medicina in questo campo siano ancora poco note, anche a causa di un’ingiustificata demonizzazione del concetto di “farmaco” e della sua applicazione alla sfera della sessualità.

Per gentile concessione di MedLine.TV

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