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Vulvodinia: dalla disperazione alla guarigione

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11/06/2015

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica, H. San Raffaele Resnati, Milano
Dott.ssa Dania Gambini
Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, H. San Raffaele, Milano

“Ho 29 anni e sono ormai quasi due anni che combatto con il dolore vulvare che ha stravolto la mia vita. Tutto è iniziato con una Candida non curata e trascurata. Iniziai ad avere grave confusione mentale, depressione, stanchezza cronica, stipsi, vulva e ano con striature rosse, e una forte infiammazione della zona fino al sacro. Il mio ginecologo mi disse che avevo il lichen scleroatrofico e la mia dermatologa iniziò a curarmi con creme al cortisone, che altro non fecero che peggiorare i miei problemi. Mi recai così al Centro delle malattie rare del Policlinico della mia città, dove mi sottoposero ad esame istologico e biopsia, che risultarono negativi. Continuai a star male. Iniziai una nuova cura da un altro ginecologo, per una fortissima infezione da Candida Albicans che durò fino al gennaio scorso. Finora nessuno è stato in grado di darmi un diagnosi precisa: dopo visite proctologiche, ginecologiche, dermatologiche, ecografia con sonda rotante, un consulto neuropsichiatrico (mi dissero che a volte la testa fa brutti scherzi) ed esami di ogni tipo, la situazione non è affatto migliorata. Il tampone della Candida è ormai negativo, ma il dolore è continuo e fortissimo nella zona sia anale che vulvare. Continuo ad avere una sensazione di peso e striature di sangue. Non posso nemmeno sfiorare quelle parti. Continuo a non poter camminare, correre, indossare uno slip, avere rapporti sessuali. Sono davvero disperata. Ad un ultimo controllo il medico iniziò a parlarmi di vulvodinia. Leggendo sul vostro sito mi ritrovo in molte cose descritte negli articoli sulla vestibolite vulvare. Potreste aiutarmi per favore? Sono disperata. In attesa di un Vostro gradito riscontro, grazie”.
S.
Gentile signora, dal suo racconto emerge un quadro di vulvodinia, caratterizzata da dolore/bruciore in sede vulvare, che può essere generalizzata (ovvero diffusa a tutta la vulva) oppure localizzata in sedi ben definite, come la regione clitoridea (clitoralgia) o all’ingresso della vagina (vestibolite vulvare). Si tratta di una patologia relativamente frequente, con un’incidenza stimata del 13-17%, ad eziologia complessa e multifattoriale: da un punto di vista terapeutico è fondamentale agire su tutti i fattori coinvolti per arrivare alla guarigione nel giro di alcuni mesi.
Può approfondire l’eziopatologia del disturbo e le terapie nelle dettagliate schede mediche presenti sul sito.
Ai farmaci antimicotici contro la Candida, vanno affiancati antinfiammatori naturali che prevengano la degranulazione dei mastociti (la cui iperattivazione è responsabile del quadro infiammatorio cronico tipico della patologia) e farmaci miorilassanti per ridurre il tono del muscolo elevatore dell’ano; a tale scopo, sono efficaci anche sedute di riabilitazione del pavimento pelvico. E’ necessario inoltre garantire una corretta attività intestinale mediante probiotici e ricorrere a un’eventuale valutazione gastroenterologica per escludere sovrapposte allergie o intolleranze alimentari, fra cui la celiachia. Non si disperi: si può guarire! Un cordiale saluto.

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