Questa revisione sostituisce la precedente del 2003 e mette in evidenza la complessità della presentazione clinica e dell’eziopatologia del quadro patologico, la cui incidenza è nettamente rilevante (13-17% della popolazione femminile).
La nuova classificazione distingue:
- il dolore vulvare provocato da cause specifiche: infettive (fra cui la candidiasi recidivante), infiammatorie, neoplastiche, neurologiche, traumatiche (fra cui le lesioni da parto), iatrogene (fra cui radio e chemioterapia), ormonali (fra cui la sindrome genitourinaria della menopausa, precedentemente nota come atrofia vulvo-vaginale);
- la vulvodinia come dolore vulvare della durata superiore a 3 mesi, senza alcuna causa identificabile.
Il dolore viene inoltre descritto in funzione:
- della localizzazione: localizzato (per esempio, vestibolodinia, clitoridinia), generalizzato, misto;
- dei fattori scatenanti: provocato (contatto, penetrazione), spontaneo, misto;
- del tempo di comparsa: primario, secondario;
- delle caratteristiche temporali: intermittente, persistente, costante, immediato, ritardato).
Sono inoltre approfondite – e questa è la principale novità rispetto alla classificazione del 2013 – le possibili patologie associate (comorbilità) a carico di altri organi e apparati (sindrome della vescica dolorosa / cistite interstiziale, fibromialgia, sindrome dell’intestino irritabile, disturbo temporo-mandibolare), nonché una serie di variabili potenzialmente associate al dolore vulvare (genetiche, ormonali, infiammatorie, muscoloscheletriche, neurologiche, psicosociali, strutturali), importanti per meglio definire l’approccio terapeutico specifico per ogni singola paziente.
Lo studio è stato condotto in quattro fasi:
1) consensus conference sulla terminologia da adottare, a cui hanno partecipato rappresentanti delle tre società;
2) analisi degli studi più rilevanti per stabilire il livello di evidenza di ogni fattore associato alla vulvodinia;
3) ridefinizione della terminologia sulla base del feedback trasmesso dai membri delle tre società;
4) revisione e certificazione della nuova terminologia.