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Osteoartrite in postmenopausa: casi in crescita in tutto il mondo

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Osteoartrite in postmenopausa: casi in crescita in tutto il mondo
28/05/2025

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

Commento a:
Xu H, Xiao W, Ding C, Zou J, Zhou D, Wang J, Ding L, Jin C, Sun L, Li Y.
Global burden of osteoarthritis among postmenopausal women in 204 countries and territories: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2021
BMJ Glob Health. 2025 Mar 4;10(3):e017198. doi: 10.1136/bmjgh-2024-017198. PMID: 40037907; PMCID: PMC11891539
Fornire un’analisi globale dell’incidenza e della prevalenza dell’osteoartrite fra le donne in postmenopausa dal 1990 al 2021, e degli anni di vita corretti per disabilità provocati dalla malattia: è questo l’obiettivo dello studio coordinato da Huadong Xu, della Scuola di Sanità Pubblica a Hangzhou (Cina). Ai lavori ha partecipato anche l’Università Normale di Pechino.

L’osteoartrite (OA) è una patologia articolare progressiva che colpisce in particolare le persone di mezza età e gli anziani, influenzando in modo sostanziale la loro qualità di vita e la capacità di svolgere le attività quotidiane. Le donne in postmenopausa sono considerate un gruppo ad alto rischio a causa dei cambiamenti fisiologici associati alla menopausa, tra cui le fluttuazioni ormonali, nonché altri fattori come la degenerazione articolare legata all’età e l’aumentata sensibilità al dolore.

Gli anni di vita corretti per disabilità (Disability-Adjusted Life Years, DALY) sono una misura dell’impatto complessivo di una malattia su una popolazione. Essi quantificano la perdita di anni di vita in salute a causa di morte prematura o disabilità. Vengono calcolati sommando due componenti principali:
  • Years of Life Lost (YLL): anni di vita persi a causa di morte prematura; si calcolano sottraendo l’età alla morte dall’età media di morte;
  • Years Lived with Disability (YLD): anni di vita vissuti con una disabilità. Si calcolano moltiplicando il numero di persone che vivono con una disabilità per la durata della disabilità stessa, e per un peso che ne misura la gravità e ne riflette l’impatto sulla qualità della vita.
Oltre che per valutare l’impatto di una malattia su una popolazione, i DALY sono uno strumento utile per:
  • confrontare l’impatto di malattie diverse e monitorare l’efficacia delle strategie di prevenzione e cura;
  • definire le priorità degli investimenti in sanità pubblica.
Lo studio ha utilizzato i dati del Global Burden of Disease (GBD) Study 2021, relativi a 204 nazioni e territori. Sono stati inclusi quattro sottotipi di OA: anca, ginocchio, mano e altre articolazioni. Sono stati considerati anche l’impatto dell’età, dell’indice di massa corporea (BMI) e dell’indice sociodemografico (SDI), una misura che combina svariati elementi come età, genere, livello di istruzione, occupazione, reddito medio, accesso ai servizi, malattie croniche, aspettativa di vita, e così via.

Questi, in sintesi, i principali risultati:
  • a livello globale, le donne in postmenopausa hanno presentato 14.258.581 casi incidenti, 278.568.950 casi prevalenti e 9.944.716 anni di vita corretti per disabilità per OA, con aumenti rispettivamente del 133,1%, 139,8% e 141,9% dal 1990;
  • gli andamenti temporali dei tassi di incidenza, prevalenza e DALY standardizzati per età hanno mostrato un aumento a livello mondiale in tutte le categorie dello SDI e nella maggior parte delle aree geografiche prese in considerazione (ad eccezione dell’Asia centrale);
  • in particolare, l’aumento più significativo è stato registrato nell’Asia orientale e nelle regioni dell’Asia-Pacifico ad alto reddito;
  • la patologia ha fatto registrare un impatto mediamente più grave nelle aree con un BMI più elevato e con le maggiori disparità socio-demografiche; in particolare, nelle nazioni raggruppate nei quintili di SDI alto, medio-alto e medio, oltre il 20% dei DALY è riconducibile a un BMI elevato;
  • l’impatto globale maggiore è dovuto alla OA del ginocchio, quello minore alla OA dell’anca;
  • la OA della mano ha un’incidenza particolarmente elevata nelle donne più giovani, soprattutto intorno ai 55 anni.
In conclusione:
  • l’impatto dell’OA fra le donne in postmenopausa continua ad aumentare, con un impatto significativo sulla salute globale delle pazienti;
  • il sovrappeso e le disuguaglianze socio-demografiche influenzano in misura determinante la diffusione e le conseguenze della malattia;
  • sono necessari un monitoraggio e una gestione più efficaci dei fattori di rischio modificabili, adattamenti mirati degli stili di vita in base al peso corporeo, e interventi politici che tengano conto delle disparità socio-demografiche.
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