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La morte di un fiore

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06/05/2015

Tratto da:
Edgar Lee Masters, “Mabel Osborne”
In: Antologia di Spoon River, a cura di Fernanda Pivano, introduzione di Guido Davico Bonino, contributi di Cesare Pavese, Einaudi 1993

Guida alla lettura

In questa delicatissima lirica di Edgar Lee Masters, tratta dall’Antologia di Spoon River, Mabel Osborne rievoca la solitudine che l’ha portata alla morte.
Con lo stile essenziale che gli è proprio, l’autore ci accompagna in un canto in tre movimenti: l’immagine del geranio assetato che nessuno annaffia; la sete d’amore della donna, isolata dall’indifferenza delle persone; la similitudine fra la donna e il geranio, lasciati morire senza che nessuno si prenda cura di loro.
Come noto, Spoon River è una raccolta di iscrizioni funerarie incise sulle lapidi di un piccolo cimitero: ogni tomba narra la vita di chi è sepolto, con parole che spesso illuminano l’intero arco dell’esistenza. Di Mabel, invece, sappiamo pochissimo: le avare informazioni della lapide rispecchiano il deserto delle relazioni che ha caratterizzato la sua vita infelice.
Due, a nostro avviso, i vertici emotivi della breve composizione: il «pudore dell’anima» che ammutolisce la donna e la trattiene dal chiedere amore; il geranio piantato sulla tomba, e lasciato morire senza un perché. Sono immagini rappresentative di sentimenti assai diffusi, anche nel nostro tempo: il dolore della solitudine, il ritegno che trattiene dal chiedere aiuto, l’abbandono dell’indifferenza, la povertà del cuore, la morte senza senso. Ciascuno di noi può essere, al tempo stesso, il geranio assetato e il passante distratto che non gli dà acqua: questa poesia ci interroga in profondità e sollecita il nostro cuore affinché lungo il nostro cammino non vi siano mai creature abbandonate a se stesse.
I tuoi fiori rossi tra le foglie verdi
van cadendo, o geranio!
ma tu non chiedi acqua.
Tu non puoi parlare! Non hai bisogno di parlare –
tutti sanno che tu stai morendo di sete,
eppure non ti danno dell’acqua!
Passan oltre, dicendo:
«Il geranio ha bisogno d’acqua».
E io, che avevo felicità da condividere
e volevo condividere la tua;
io che ti amavo, Spoon River,
e anelavo al tuo amore,
ti appassii sotto gli occhi, Spoon River –
assetata, assetata,
resa muta dal pudore dell’anima di chiedere amore
a te, che sapevi e mi vedevi morire a te innanzi,
come questo geranio che qualcuno piantò su di me,
e lo lascia morire.

Your red blossoms amid green leaves
Are drooping, beautiful geranium!
But you do not ask for water.
You cannot speak! You do not need to speak –
Everyone knows that you are dying of thirst,
Yet they do not bring water!
They pass on, saying:
«The geranium wants water».
And I, who had happiness to share
And longed to share your happiness;
I who loved you, Spoon River,
And craved your love,
Withered before your eyes, Spoon River –
Thirsting, thirsting,
Voiceless from chasteness of soul to ask you for love,
You who knew and saw me perish before you,
Like this geranium which someone has planted over me,
And left to die.

Biografia

Edgar Lee Masters nasce a Garnett, in Kansas, nel 1868. La famiglia è originaria dell’Illinois, ove ben presto fa ritorno. Dopo il diploma di scuola superiore, inizia a collaborare con il Chicago Daily News: il clima culturale della città, il cimitero cittadino di Oak Hill e il vicino fiume Spoon saranno preziose fonti di ispirazione per l’Antologia di Spoon River.
Dopo un lungo apprendistato presso l’ufficio legale del padre, ottiene la laurea in Giurisprudenza e l’abilitazione alla professione forense. Nel 1911 apre un proprio studio.
L’ascesa come scrittore inizia, nel 1914, quando sotto lo pseudonimo di Webster Ford scrive una serie di poesie sulle esperienze della sua infanzia. Tra il maggio 1914 e il gennaio 1915 vengono pubblicate sul Reedy’s Mirror quasi tutte le liriche della celeberrima Antologia, che uscirà in versione definitiva nel 1916. Con estrema semplicità espressiva, in versi appena ritmati, Masters riesce a creare un piccolo capolavoro di poesia realistica, sia pure con talune forzature di sentimentalismo e di genericità nella caratterizzazione dei tipi umani e delle vicende che rappresenta.
Dopo lo scarso successo della raccolta “The New Spoon River” (1924), abbandona la professione di avvocato per dedicarsi interamente alla scrittura. La sua opera ottiene la Mark Twain Silver Medal nel 1936, i premi della Poetry Society of America e della Academy of American Poets Fellowship nel 1942, e lo Shelly Memorial Award nel 1944. Negli ultimi anni, però, riesce a sostentarsi solo grazie ai prestiti di alcuni amici. Muore di polmonite il 5 marzo 1950.
Parole chiave di questo articolo
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