Analizzare l’effetto del fumo sulla mortalità generale e specifica nelle donne adulte: è l’obiettivo dello studio prospettico di Inger T. Gram e collaboratori, dello University Hospital of North Norway a Tromsö, Norvegia, del Karolinska Institutet di Stoccolma, Svezia, del Samfundet Folkhälsan di Helsinki, Finlandia, e del Cancer Registry of Norway di Oslo, Norvegia. I ricercatori hanno seguito, per un follow up medio di 14 anni circa, 85.320 donne di età compresa fra i 31 e i 70 anni, che fra il 1991 e il 1997 avevano completato un questionario sul proprio stile di vita. Il rischio legato al fumo è stato calcolato correggendo i dati per età, livello di istruzione, stato menopausale, consumo di alcol e indice di massa corporea. Nei 14 anni di follow up sono morte 2.842 donne. Dall’analisi statistica dei dati è emerso che, rispetto alle non fumatrici, le fumatrici hanno: - un tasso di mortalità generale più che doppio (RR = 2.34; 95% CI 2.13–2.62); - un tasso di mortalità più che triplo per accidenti cerebrovascolari (RR = 3.30; 95% CI 2.21–4.82) e infarto del miocardio (RR = 3.65; 95% CI 2.18–6.15), di 12 volte più elevato per cancro del polmone (RR = 12.16; 95% CI 7.80–19.00) e di 17 volte più elevato per broncopneumopatia cronica ostruttiva (RR = 17.00; 95% CI 5.90–48.78); - le morti per fumo costituiscono il 34% del totale: una morte su tre si potrebbe evitare se le donne non fumassero. Dati così netti e allarmanti, peraltro coerenti con quanto emerge da altri studi circa la crescente diffusione del fumo fra le donne, confermano l’urgenza di più incisive campagne di informazione sugli enormi rischi connessi al tabagismo e sulla necessità di una precisa assunzione di responsabilità, da parte di tutti, verso la propria salute.
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ATTENZIONE: Ogni terapia va individualizzata e monitorata in ciascuna paziente dal medico specialista esperto nel campo. Queste schede informative non possono in alcun modo sostituirsi al rapporto medico-paziente, né essere utilizzate senza esplicito parere medico
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