Mentre per le donne adulte le conseguenze di questa patologia sono ampiamente note, per le giovani e le giovanissime il livello di disagio è stato sinora poco studiato, e può essere sottovalutato dai medici.
La ricerca è stata condotta su 567 partecipanti di età inferiore ai 25 anni (360 casi e 207 controlli), arruolate da ospedali e centri medici di Boston nello studio longitudinale “Women's health study: from adolescence to adulthood”. I dati sono stati raccolti attraverso la compilazione di un questionario clinico inclusivo dello Short Form-36 (SF-36), uno strumento per la misura della qualità di vita correlata alla salute. I risultati sono stati elaborati in modo da ottenere un punteggio per la componente fisica della qualità di vita, uno per la componente mentale e otto sotto-punteggi. I valori più bassi corrispondevano a più elevati livelli di sofferenza.
Rispetto ai controlli i casi hanno una qualità di vita significativamente inferiore, che a sua volta correla con:
- più bassi punteggi e sotto-punteggi sia nella componente fisica che in quella mentale;
- un più elevato ricorso ai farmaci;
- una più frequente astensione dallo sport durante le mestruazioni;
- una minore età al menarca;
- un dolore pelvico più severo;
- il forte ritardo con cui la patologia viene normalmente diagnosticata.
Anche fra le giovani e le giovanissime l’endometriosi ha dunque un impatto severo sulla qualità della vita. L’età al menarca, più precoce rispetto ai controlli, influisce soprattutto sulla componente fisica, mentre il dolore pelvico cronico influisce sia sulla componente fisica che su quella psico-emotiva. E’ quindi fondamentale potenziare la formazione dei medici e migliorare gli strumenti di diagnosi e cura anche per le fasce più giovani della popolazione femminile, senza qualificare frettolosamente come “normale” un dolore che va combattuto con decisione sin dalla sua prima insorgenza.