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Dopo un cancro al seno: terapie per la secchezza vaginale

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“Ho 58 anni e sono senza figli. A 49 anni ho avuto un cancro al seno, curato con radio e chemioterapia, e poi con il tamoxifene. Spero di finire le cure quest'anno. Ora mi ritrovo ad avere una grave secchezza vaginale, con rapporti intimi molto dolorosi. Ho provato diversi tipi di ovuli e di creme, ma mi irritano. Vorrei un consiglio da voi. La mia vita, come quella di tante altre donne, non è stata per niente facile, e non lo è nemmeno ora. Vi ringrazio molto”.

Dopo un cancro al seno: terapie per la secchezza vaginale

03/12/2020

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

La risposta in sintesi

Il racconto di questa signora contiene due indicazioni importanti: il cancro al seno impedisce qualsiasi tipo di terapia ormonale sostitutiva della menopausa, nemmeno a livello locale, per attenuare la secchezza vaginale; dal fatto di non avere avuto figli consegue che il pavimento pelvico è ancora integro e potrebbe presentare una contrazione, aggravata dalla menopausa non curata, che peggiora i tentativi di penetrazione.
In questa risposta, la professoressa Graziottin illustra:
- perché in menopausa l’elasticità del pavimento pelvico tende a diminuire, determinando un restringimento dell’introito vaginale;
- che cos’è l’ospemifene, quando può essere utilizzato e quali benefici offre alle donne colpite da tumore della mammella che abbiano completato le terapie adiuvanti a base di tamoxifene o di inibitori dell’aromatasi;
- come l’ospemifene, in particolare, abbia un effetto protettivo sul seno e un’azione trofica sulla vagina, migliorandone il microbiota e la lubrificazione;
- i livelli di efficacia e sicurezza di questo farmaco;
- le ulteriori strategie di cura: fisioterapia del pavimento pelvico, acido ialuronico, vitamina E, terapia laser, medicina rigenerativa.

Realizzazione tecnica di Monica Sansone
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