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Dopo un cancro al seno: come curare il dolore intimo

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«Ho 73 anni e vorrei sottoporle il mio problema. Nel 2018 ho subito una quadrantectomia per un tumore al seno. Dopo aver fatto la radioterapia, mi è stato prescritto un inibitore dell’aromatasi, l’anastrozolo, che assumo tuttora. Già dopo un anno di questa cura ho iniziato a soffrire di dolore nei rapporti sessuali. I rimedi che ho provato sembravano promettenti, ma con il tempo il dolore è diventato sempre più forte. Sono molto scoraggiata e gradirei un suo consiglio. Mille ringraziamenti».
Grazia

Dopo un cancro al seno: come curare il dolore intimo

28/10/2022

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

La risposta in sintesi

Gentile signora, la sua situazione è purtroppo comune a molte donne colpite da un cancro al seno. Dopo l’intervento chirurgico e la radioterapia, l’anastrozolo svolge un’azione importante perché inibendo l’azione dell’aromatasi, un enzima chiave nella sintesi dell’estradiolo, riduce il rischio di recidive: ma con un costo non indifferente per la salute a tutti i livelli, anche sessuale. Il dolore che lei prova, tuttavia, non è un destino ineluttabile: con le giuste strategie di cura si può ritrovare una serena intimità, senza abbassare la guardia nei confronti del tumore.
In questo video illustro:
- i due principali fattori predisponenti del dolore ai rapporti in menopausa: ipertono del pavimento pelvico, carenza ormonale;
- come il pregresso cancro al seno controindichi in modo assoluto la terapia ormonale sostitutiva;
- i benefici della fisioterapia per il graduale recupero di un giusto tono muscolare, e le figure professionali che la possono aiutare in questo senso;
- alcuni rimedi locali per l’atrofia vaginale: acido ialuronico in crema o compresse, per la riparazione delle cellule; lattobacilli, per il riequilibrio del pH; ossigenoterapia e applicazioni laser, per rigenerare i tessuti; diazepam, su prescrizione medica, per rilassare ulteriormente i muscoli;
- la possibilità, in casi selezionati e d’intesa con l’oncologo curante, di somministrare anche minime quantità di testosterone in vagina, per accelerare il recupero di una buona salute sessuale;
- che cosa dicono, in termine di prognosi del tumore, gli studi a supporto di questa opzione terapeutica.

Realizzazione tecnica di Monica Sansone

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