M.S.
Alla base della cistite post-coitale si riconoscono diversi fattori predisponenti, scatenanti e di mantenimento. Tra i fattori predisponenti abbiamo, come nel suo caso, l’ipertono del muscolo elevatore dell’ano, il principale muscolo del pavimento pelvico, così come l’irregolarità intestinale: stitichezza, sindrome del colon irritabile, intolleranze alimentari peggiorano la vulnerabilità alla cistite, perché mantengono un quadro infiammatorio cronico responsabile della traslocazione dei germi di provenienza intestinale all’interno della vescica.
Tra i fattori scatenanti, oltre al rapporto sessuale, vanno ricordati lo stress e i colpi di freddo. I principali fattori di mantenimento sono essenzialmente legati a una terapia inadeguata: la sola terapia antibiotica, da sola, non basta, e anzi può peggiorare la situazione quando altera l’ecosistema intestinale, facendo proliferare germi minoritari, come la Candida Albicans, e rendendo l’intestino ancora più vulnerabile all’infiammazione.
Nel 61% dei casi la cistite post-coitale si verifica in comorbilità con la vulvodinia e vestibolite vulvare: è quindi fondamentale valutare tale associazione, accertando l’eventuale presenza di dispareunia superficiale (dolore in sede di penetrazione), per poter risolvere il problema nella sua complessità.
Si può guarire instaurando il corretto percorso terapeutico, che prevede innanzitutto il riconoscimento, mediante l’anamnesi e una visita accurata, di tutti i fattori che concorrono alla comparsa della cistite. Si ricorre poi all’utilizzo di farmaci antimicotici contro l’infezione da Candida, all’integrazione con estratti di mirtillo rosso a prevenzione delle infezioni sostenute da Escherichia Coli, alla regolarizzazione intestinale mediante l’utilizzo di probiotici e una dieta bilanciata, al rilassamento del muscolo elevatore dell’ano mediante farmaci miorilassanti e sedute di TENS (stimolazione elettrica transcutanea dei nervi).
Le consigliamo inoltre di rivolgersi a un gastroenterologo esperto per meglio affrontare il problema della sindrome del colon irritabile, valutando l’eventuale presenza di allergie o intolleranze alimentari che possano essere alla base del mantenimento dei suoi disturbi.
Un cordiale saluto.