La ricerca è stata condotta su PubMed, Cochrane, Embase, Google Scholar e Web of Science, e ha condotto all’individuazione di 7 studi per un totale di 4281 pazienti. I lavori sono stati valutati utilizzando i criteri della Newcastle-Ottawa Scale.
Prima di proseguire con l’analisi dei risultati, è opportuno richiamare alcuni concetti relativi al cancro endometriale. Oltre alla stadiazione (stadio da I a IV), definita in base all’estensione, la malattia viene descritta in termini di:
- diffusione all’interno del miometrio (la componente muscolare della parete dell’utero);
- infiltrazione nei vasi sanguigni e linfatici del miometrio (LVSI);
- grado: indica il livello di differenziazione cellulare e la quantità di cellule che si stanno moltiplicando; un tumore di basso grado (G1) cresce e si diffonde più lentamente rispetto a un tumore di alto grado (G3);
- istotipo: i tumori di tipo I (adenocarcinomi endometrioidi di grado 1 e 2) sono i più comuni e presentano una prognosi buona; i tumori di tipo II (adenocarcinomi endometrioidi di grado 3 e tumori con istologia non endometrioide, per esempio sierosi, a cellule chiare, a cellule miste, indifferenziati, carcinosarcoma) hanno una prognosi più sfavorevole.
La review cinese chiarisce come il rischio di metastasi ovariche nel carcinoma endometriale sia significativamente più elevato nei casi con:
- invasione miometriale > 1/2 (OR 18.19, 95% CI 5.34-61.96),
- invasione linfonodale pelvica (OR 5.41, 95% CI 2.60-10.97);
- grado G3 (OR 2.66, 95% CI 1-35-5.24);
- tipo istologico non endometrioide (OR 6.46, 95% CI 3.25-12.83);
- invasione linfovascolare (LVSI) (OR 6.46, 95% CI 3.25-12.83);
- età > 45 anni (OR 2.01, 95% CI 0.29-14.11);
- invasione cervicale (OR 4.12, 95% CI 1.87-9.08).
In sintesi :
- circa il 4,95% delle pazienti con carcinoma dell’endometrio sviluppa metastasi ovariche;
- età > 45 anni, invasione miometriale > 1/2, invasione cervicale, invasione dei linfonodi pelvici, istotipo II, grado G3 e infiltrazione degli spazi linfovascolari sono i più importanti fattori di rischio per le metastasi ovariche;
- in sede di intervento chirurgico, quindi, la conservazione delle ovaie deve essere decisa con la massima cura e in seguito a rigorose valutazioni preoperatorie e intraoperatorie.