EN
Ricerca libera
Cerca nelle pubblicazioni scientifiche
per professionisti
Vai alla ricerca scientifica
Cerca nelle pubblicazioni divulgative
per pazienti
Vai alla ricerca divulgativa

Diagnosi prenatale: come può modificare il rapporto fra mamma e bambino

  • Condividi su
  • Condividi su Facebook
  • Condividi su Whatsapp
  • Condividi su Twitter
  • Condividi su Linkedin
Diagnosi prenatale: come può modificare il rapporto fra mamma e bambino

Diagnosi prenatale: come può modificare il rapporto fra mamma e bambino

13/09/2008

Intervista alla Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

A cura di Roberta Lupi e Valeria Colangelo (Radio Radio)

Sintesi dell'intervista e punti chiave

Una gravidanza desiderata è un evento gioioso e colmo di speranza, ma costituisce anche una vera e propria “crisi evolutiva”, perché determina sostanziali cambiamenti nella vita della donna e la spinge a rielaborare le proprie esperienze in vista di un migliore equilibrio psichico e un’arricchita maturità. In questo percorso entusiasmante e al tempo stesso delicato, la diagnosi prenatale delle condizioni di salute del piccolo può favorire e accelerare l’attaccamento affettivo fra mamma e bambino, quando il risultato è rasserenante, o renderlo problematico, in caso di problemi fetali più o meno gravi. Al punto che molte donne, prima di affezionarsi al bimbo che verrà, preferiscono attendere i risultati degli esami: un atteggiamento noto come “gravidanza provvisoria” (“tentative pregnancy”) e che può nascondere un profondo dramma esistenziale di fronte alla prospettiva di un’interruzione volontaria della gravidanza.
Quanto sono frequenti le malformazioni fetali? Si tratta sempre di problemi insormontabili? Che cosa spinge una coppia ad affrontare o a rifiutare la diagnosi? In che misura un test prenatale, pur importante ai fini della prevenzione, può influenzare il rapporto fra mamma e bambino, segnando una distanza dolorosa fra sogno e realtà? E quanto conta l’approccio del medico nel rendere sopportabile una diagnosi problematica?
In questa intervista illustriamo:
- l’incidenza delle malformazioni congenite, delle malattie e delle anomalie cromosomiche;
- come molti di questi problemi possano essere risolti a livello medico o chirurgico;
- i motivi più frequenti per cui una coppia può decidere di procedere o meno con la diagnosi;
- come le donne che non ricorrono alla diagnosi prenatale tendano a interagire di più con il bambino e a maturare un attaccamento più intenso e precoce;
- quali fattori clinici, psicologici e relazionali possono influenzare il peso che la diagnosi ha sul rapporto fra la madre e il figlio: la gravità del problema diagnosticato; la qualità delle informazioni ricevute; i valori etici della famiglia;
- come una gravidanza vissuta con angoscia possa provocare, dopo il parto, gravi forme depressive, sino al rifiuto del piccolo;
- l’importanza che il medico sappia comunicare con chiarezza e umanità non solo i fattori di rischio ma anche gli spazi reali di cura, in modo da favorire un atteggiamento positivo da parte della donna e della coppia, spesso in preda all’angoscia e alla solitudine;
- come anche un bambino o una bambina con un difetto fisico o un problema genetico possano rivelarsi intelligenti, buoni, belli e capaci, con il loro amore e la loro fresca presenza, di donare gioia e dare un senso nuovo alla vita di mamma e papà.
Sullo stesso argomento per professionisti

Vuoi far parte della nostra community e non perderti gli aggiornamenti?

Iscriviti alla newsletter