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Dati Vu-Net: dai cluster clinici alle scelte terapeutiche

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Dati Vu-Net: dai cluster clinici alle scelte terapeutiche

14/03/2022

Prof. Filippo Murina
Responsabile, Servizio di patologia del tratto genitale inferiore
Ospedale V. Buzzi – Università degli Studi di Milano
Direttore Scientifico, Associazione Italiana Vulvodinia Onlus

Prof. Filippo Murina
Dati Vu-Net: dai cluster clinici alle scelte terapeutiche
Corso ECM su "Menopausa e oltre, in salute: sfide e opportunità", organizzato dalla Fondazione Alessandra Graziottin per la cura del dolore nella donna Onlus, Milano, 16 settembre 2021

Sintesi del video e punti chiave

Il progetto Vu-Net sul dolore vulvare ha insegnato che le pazienti possono essere raggruppate in funzione dei fattori che le predispongono alla patologia: questi gruppi si chiamano “cluster clinici”. Solo così si possono poi individuare le terapie più adatte a ogni singolo caso: perché non esiste una sola vulvodinia, ma tante diverse manifestazioni del dolore vulvare, che richiedono approcci di cura personalizzati.
In questo video, il professor Murina illustra:
- le terapie orali, locali e fisiche a cui le donne si erano sottoposte prima di aderire al progetto Vu-Net;
- come circa il 70 per cento di loro non avesse rilevato alcun miglioramento del dolore;
- come queste indicazioni dimostrino che il dolore vulvare non può essere affrontato con un algoritmo rigido e linee guida univoche;
- i sei cluster identificati nel corso del progetto: infettivo, ormonale, muscolare, comorbilità, psicosessuale, sintomi;
- i dati sperimentali che, in ambito infettivo, confermano la correlazione fra disbiosi, infezioni ricorrenti e modificazioni della nocicezione, attraverso la mediazione di meccanismi infiammatori;
- come le donne vulnerabili alla vulvodinia presentino un’alterazione recettoriale che le porta ad assorbire meno alcuni ormoni e che viene slatentizzata, con progressivo sviluppo di dolore vulvare cronico, dall’assunzione di contraccettivi ormonali a basso dosaggio di estrogeni;
- la prevalenza dei disturbi urinari fra le comorbilità più frequenti;
- il ruolo della depressione e del catastrofismo nella percezione del dolore;
- perché anche i sintomi specifici correlati alla vulvodinia possono contribuire a una profilazione più precisa delle pazienti.
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