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Una "ragazza grande"... di nuovo felice!

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21/05/2010

Le vostre lettere alla nostra redazione

Settantaquattro anni: alla mia età non mi curava più nessuno.
Il mio “calvario” è cominciato nel lontano 2004... I primi sintomi che mi hanno portata a dover ricorrere a una visita ginecologia sono stati un forte prurito, una secchezza insopportabile e una strana sensazione di aver conficcati spilli all’interno della vagina.
Il primo medico che mi ha visitata mi ha detto che era una semplice secchezza vaginale, mi ha dato degli ovuli e una crema da mettere durante il giorno. E ha aggiunto che, considerando l’età, tutto andava bene. Però i dolori che io sentivo non passavano: anzi, aumentavano giorno per giorno, quindi sono ritornata da lui nella speranza di trovare una soluzione. E invece mi sono sentita dire le stesse identiche cose: e siccome insistevo per farmi dare una cura differente, per accontentarmi il medico mi ha fatto fare il “vabra”, una biopsia del tessuto endometriale, per togliere dei “residui” (non saprei di cosa) che vedeva depositati nell’utero... Un esame decisamente inutile per la mia patologia e che ha comportato successivamente solo dei peggioramenti.
Intanto il dolore aumentava e i mesi passavano... Ogni mattina mi svegliavo con la speranza di un miglioramento, ma il prurito diventava sempre più insopportabile, la secchezza pure, sentivo internamente tirare tutti i tessuti e avevo forti dolori alla schiena. Così ho deciso di cambiare ginecologo e ho scelto una donna, sperando che mi capisse maggiormente, ma la diagnosi è stata identica a quella del medico precedente e le cure non sono cambiate di molto. Questa dottoressa mi ha fatto fare alcuni esami nell’ospedale dove lavorava ma dopo alcuni mesi, quando io ho chiesto di essere visitata nuovamente, mi sono sentita dire telefonicamente (sia pure in buone maniere) che ero “pettegola”, che lei non sapeva più cosa fare, che per me non c’era più niente da fare e che mi tenessi i miei disturbi! Ero sempre più avvilita e disperata.
I dolori intanto erano sempre più forti, a volte avevo fitte che mi toglievano il fiato... Ho cambiato di nuovo medico, ma purtroppo neanche questo nuovo ginecologo mi ha aiutata: si è limitato a dirmi che mi dovevo “accontentare”, e che anche con un dolore del genere sarei arrivata tranquillamente a 90 anni. Allora mi sono rivolta a un’altra ginecologa ancora, e di un ospedale importantissimo questa volta, ma la musica ancora una volta non è cambiata: visita sbrigativa, tutto va bene, dolori dovuti all’età, bisogna accontentarsi. Vorrei solo precisare che da tutti questi medici andavo privatamente, non stavano regalando il loro lavoro a nessuno, ma a quanto pare a nessuno interessava curarmi!
Mi sembrava di vivere in un incubo: ma come poteva essere possibile, i miei dolori aumentavano, non vivevo più una vita normale, ero arrivata al punto di passare le giornate a letto, perché solamente stando sdraiata provavo sollievo, non riuscivo più a camminare e nessuno mi credeva, persino i parenti mi deridevano e mi dicevano che si erano informati da diversi medici, e che quello che io sentivo erano banali disturbi curabili con delle semplici creme.
Fortunatamente i miei familiari più stretti non si sono arresi, si sono informati dove potevano trovare un medico che lavorasse con coscienza e prendesse a cuore anche persone che come me “avevano già vissuto la loro vita”... E’ così che sono arrivata dalla mia ginecologa attuale: sono entrata nel suo studio a fatica, in condizioni pietose, trascinando i piedi, ma lei, come mi ha vista camminare e ha ascoltato il mio racconto, senza pensarci due volte e senza ancora avermi visitata, mi ha detto: “Signora, lei ha una grave vulvodinia!”. E mi ha spiegato che si tratta di una malattia che colpisce il nervo che interessa il vestibolo vaginale e la vulva.
Finalmente avevo trovato qualcuno che mi ascoltava veramente, che capiva cosa sentivo... All’inizio ero persino incredula dalla felicità, ma da quel momento sono davvero rinata! Infinite le cure che mi ha dato questa dottoressa per aiutarmi a riprendere sia a livello ginecologico sia a livello fisico, perché io non avevo più forza per fare nulla! Ora è passato un anno e mezzo da quando ha incominciato a curarmi e sono un’altra persona: nonostante la mia età mi è tornata la voglia di vivere, non mi sembra vero di riuscire a camminare ancora tranquillamente e senza dolore...
Non finirò mai di ringraziare questa dottoressa, e vorrei tanto che gli altri medici che ho avuto la sfortuna di incontrare imparassero da lei a prendere a cuore le persone che stanno male, anche quelle come me che lei chiama amorevolmente “le mie ragazze grandi”... Se quei medici usassero solo un decimo dell’umanità e della disponibilità che la mia dottoressa ha con tutte le sue pazienti, penso che ci sarebbero meno persone che soffrono inutilmente aspettando che qualcuno “indovini” la diagnosi. E anche le pazienti in condizioni più critiche potrebbero guardare la vita con un sorriso sul volto, nella consapevolezza di aver trovato chi ha la volontà e la capacità di aiutarle a guarire.
Grazie di cuore, dottoressa!

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