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Terapia ormonale sostitutiva: fino a quando la si può iniziare dopo la menopausa

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Terapia ormonale sostitutiva: fino a quando la si può iniziare dopo la menopausa
14/12/2025

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

«Sono andata in menopausa dieci anni fa. Posso ancora iniziare una terapia ormonale sostitutiva che mi aiuti sul fronte delle vampate, dell’insonnia e dei dolori articolari, che ancora mi tormentano? O è troppo tardi, come dice la mia ginecologa?».

Cosa dicono le linee guida?

La terapia ormonale sostitutiva (TOS) sistemica può essere iniziata entro 10 anni dall’inizio della menopausa o prima dei 60 anni nelle donne sintomatiche, secondo le principali linee guida internazionali.
Si definisce sistemica la terapia ormonale che raggiunge tutti gli organi e i tessuti, attraverso la somministrazione:
  • per bocca;
  • per via transdermica, ossia attraverso la pelle, con cerotti, gel o spray;
  • con impianti sottocutanei;
  • con dispositivo intrauterino;
  • con ovuli, creme o compresse vaginali.

E oltre i dieci anni?

L’opportunità di iniziare la TOS oltre questi limiti temporali deve essere valutata con prudenza, per l’aumentato rischio di eventi cardiovascolari e ictus associato all’età. L’inizio oltre i 10 anni dalla menopausa può e deve essere valutato soprattutto se:
  • i sintomi sono persistenti (le vampate hanno una durata media di sette anni e mezzo);
  • la paziente è in buona salute (ed ecco l’importanza di seguire stili di vita sani, di regalarsi una camminata mattutina di almeno trenta minuti, di restare normopeso e non fumare);
  • viene scelta una via di somministrazione transdermica (cerotti, gel o spray), che non aumenta il rischio tromboembolico.
Nel corso della valutazione, il ginecologo dovrebbe sempre prendere in considerazione, con rivalutazioni periodiche:
  • la gravità dei sintomi;
  • le comorbilità, ossia le altre patologie presenti;
  • il rischio cardiovascolare;
  • le preferenze della donna.

Non basta valutare i sintomi!

L’indicazione a iniziare la TOS sistemica, anche tardiva, dovrebbe essere basata anche sui segni, ossia gli elementi obiettivi che indicano un problema di salute fisico, che la terapia potrebbe ridurre o aiutare a curare. Per esempio:
  • una perdita ossea che causi osteopenia o osteoporosi, ma che non abbia ancora dato sintomi come le fratture, che sono tardive. La TOS, in sinergia con buoni stili di vita, aiuta a recuperare densità ossea, anche senza usare i farmaci specifici, che hanno importanti controindicazioni;
  • una perdita muscolare, che causi sarcopenia e fragilità.

In sintesi

In assenza di controindicazioni, la TOS può essere iniziata più tardi, e gradualmente, rispetto ai 10 anni. Può essere continuata finché i benefici superano i rischi. Possiamo così aiutare la salute e la qualità di vita di tutte le donne alle quali era stato sconsigliato di iniziare la terapia.
Nella buona pratica clinica verranno periodicamente rivalutati il tipo di ormoni da usare, la via di somministrazione più protettiva e il dosaggio più adeguato all’età e al rallentato metabolismo che essa comporta.
L’inizio tardivo richiede dunque prudenza e saggezza clinica, ma non è più una controindicazione assoluta. E uno stile di vita sano può creare condizioni ottimali per un inizio anche più tardivo e una terapia più prolungata. In più, una TOS ben fatta migliora il tono dell’umore e riduce il dolore di vivere, fisico ed emotivo, grazie alla migliore salute e all’energia vitale riconquistata.

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