L’indicazione fondamentale è che le donne curate per determinati tumori ginecologici (tumori endometriali in stadio iniziale e di basso grado; tumori ovarici epiteliali e germinali; tumori cervicali, vulvari e vaginali a cellule squamose in stadio iniziale), così come le donne sottoposte a interventi chirurgici preventivi per ridurre il rischio correlato a mutazioni del gene BRCA o alla sindrome di Lynch (una condizione ereditaria con trasmissione autosomica dominante, caratterizzata da un aumento del rischio di sviluppare neoplasie in vari distretti del corpo, anche a insorgenza giovanile, le più frequenti delle quali sono a carico del colon-retto e dell’endometrio), possono utilizzare in sicurezza la terapia ormonale sostitutiva (TOS).
Il trattamento dovrebbe idealmente iniziare prima dei 60 anni o entro 10 anni dalla menopausa. La decisione di iniziare il trattamento deve inoltre essere presa individualmente, dopo aver discusso con le pazienti i rischi, i benefici e la gravità dei sintomi.
I dati suggeriscono che i regimi di TOS più sicuri in questa popolazione includono estrogeni vaginali a basso dosaggio per il trattamento dei sintomi vulvo-vaginali, o estrogeni sistemici a basso dosaggio per il trattamento dei sintomi vasomotori, in combinazione con progesterone nelle pazienti con utero intatto.
Terapie come SSRI/SNRI, idratanti vaginali, fisioterapia del pavimento pelvico e counseling psico-sociale possono certamente essere prese in considerazione, ove appropriate, per la loro efficacia nella gestione dei sintomi menopausali senza il potenziale rischio degli ormoni.
La review delle Autrici statunitensi si articola in quattro sezioni principali:
- TOS nelle pazienti con cancro endometriale;
- TOS nelle pazienti con cancro ovarico;
- TOS nelle pazienti con cancro cervicale;
- TOS nelle pazienti sottoposte a intervento chirurgico preventivo.





