Guida alla lettura
Anche se la meta di cui ci parla Éluard non è la stessa per tutti e, a volte, è incerta e sfuggente, non è possibile pensare che possa esistere una via di salvezza (parola che, ricordiamolo, significa “piena realizzazione di sé”), puramente individuale. E d’altra parte non è possibile e realistico un astratto amore universale, che non si traduca prima in apertura e prossimità con la persona che ci è vicina. Si inizia sempre “a due a due”: solo così la solidarietà concreta si può propagare nel mondo.
Le parole di Éluard ne richiamano altre di Luciano Manicardi, già pubblicate su questo sito: «Non si dà salvezza di un singolo o di una parte a discapito del resto, ma la salvezza o sarà realtà globale e onnicomprensiva o non sarà» (La speranza della salvezza).
ma a due a due. Se ci conosceremo
a due a due, noi ci conosceremo
tutti, noi ci ameremo tutti e i figli
un giorno rideranno
della leggenda nera dove un uomo
lacrima in solitudine.
Biografia
Nel 1924, colto da una crisi interiore, il poeta abbandona improvvisamente Parigi e compie un lungo viaggio in mare, fino all’oceano Pacifico. Ritorna a Parigi dopo oltre sette mesi e riprende la sua attività artistica. Negli anni Trenta intensifica l’impegno contro le istanze autoritarie che si stanno affermando in Europa, con l’avvento di Hitler in Germania e la vittoria di Franco nella guerra civile spagnola.
Nel settembre del 1939, allo scoppio del secondo conflitto mondiale, viene richiamato nei servizi ausiliari ma nel giugno successivo, dopo l’invasione della Francia ad opera delle truppe tedesche, è congedato e torna a Parigi. Questa nuova esperienza di guerra segnerà in modo più marcatamente riflessivo la sua poesia.
Nel settembre 1952, Éluard ha un improvviso attacco di angina pectoris e il 18 novembre dello stesso anno, in seguito a un nuovo attacco, muore a soli 57 anni. Riposa nel cimitero parigino di Père-Lachaise.