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La leggenda nera della solitudine

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13/08/2008

Tratto da:
Paul Eluard, Poesie, Einaudi, Torino, 1981

Guida alla lettura

Questa breve poesia è un inno all’amore. Ove “amore” significa uscire della prospettiva soffocante dell’individualismo, partecipare alle sofferenze e alle gioie degli altri, entrare e rimanere in comunione con la vita in tutte le sue manifestazioni. Un messaggio che ogni cultura, ogni filosofia, ogni fede che voglia dirsi umana e umanizzante dovrebbe fare proprio.
Anche se la meta di cui ci parla Éluard non è la stessa per tutti e, a volte, è incerta e sfuggente, non è possibile pensare che possa esistere una via di salvezza (parola che, ricordiamolo, significa “piena realizzazione di sé”), puramente individuale. E d’altra parte non è possibile e realistico un astratto amore universale, che non si traduca prima in apertura e prossimità con la persona che ci è vicina. Si inizia sempre “a due a due”: solo così la solidarietà concreta si può propagare nel mondo.
Le parole di Éluard ne richiamano altre di Luciano Manicardi, già pubblicate su questo sito: «Non si dà salvezza di un singolo o di una parte a discapito del resto, ma la salvezza o sarà realtà globale e onnicomprensiva o non sarà» (La speranza della salvezza).
Non verremo alla meta ad uno ad uno
ma a due a due. Se ci conosceremo
a due a due, noi ci conosceremo
tutti, noi ci ameremo tutti e i figli
un giorno rideranno
della leggenda nera dove un uomo
lacrima in solitudine.

Biografia

Paul Éluard (pseudonimo di Eugène Émile Paul Grindel) nasce in Francia nel 1895. Ammalato di tubercolosi, reduce della prima guerra mondiale, partecipa negli anni Venti al movimento dadaista, collabora con numerose riviste d’avanguardia e stringe rapporti di amicizia con i rappresentanti della contestazione artistica francese, fra i quali André Breton. Negli anni Venti, il dadaismo cede progressivamente il passo al surrealismo ed Éluard aderisce al nuovo movimento.
Nel 1924, colto da una crisi interiore, il poeta abbandona improvvisamente Parigi e compie un lungo viaggio in mare, fino all’oceano Pacifico. Ritorna a Parigi dopo oltre sette mesi e riprende la sua attività artistica. Negli anni Trenta intensifica l’impegno contro le istanze autoritarie che si stanno affermando in Europa, con l’avvento di Hitler in Germania e la vittoria di Franco nella guerra civile spagnola.
Nel settembre del 1939, allo scoppio del secondo conflitto mondiale, viene richiamato nei servizi ausiliari ma nel giugno successivo, dopo l’invasione della Francia ad opera delle truppe tedesche, è congedato e torna a Parigi. Questa nuova esperienza di guerra segnerà in modo più marcatamente riflessivo la sua poesia.
Nel settembre 1952, Éluard ha un improvviso attacco di angina pectoris e il 18 novembre dello stesso anno, in seguito a un nuovo attacco, muore a soli 57 anni. Riposa nel cimitero parigino di Père-Lachaise.
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