Endometriosi: il ruolo patogenetico del microbiota intestinale
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27/10/2022
Prof.ssa Alessandra Graziottin Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano
Commento a: Chandni Talwar, Vertika Singh, Ramakrishna Kommagani The gut microbiota: a double-edged sword in endometriosis Biol Reprod. 2022 Oct 11;107(4):881-901. doi: 10.1093/biolre/ioac147
Discutere la complessa eziopatogenesi dell’endometriosi con particolare riferimento al ruolo del microbiota intestinale: è questo l’obiettivo della review di Chandni Talwar e collaboratori, del Dipartimento di Patologia e Immunologia presso il Baylor College of Medicine di Houston, Stati Uniti. L’endometriosi colpisce il 10 per cento delle donne in età riproduttiva ed è caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale in sedi extra-uterine (endometrio ectopico). La patologia comprende alterazioni endocrine, metaboliche e immunologiche, e può associarsi a numerose comorbilità anche di carattere autoimmune, come le malattie infiammatorie croniche intestinali (morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa in primis). Le più recenti ricerche hanno evidenziato come le condizioni del microbiota intestinale giochino un ruolo decisivo nell’insorgenza della malattia: in particolare, si è scoperto che l’endometriosi tende ad alterare il microbiota e che queste alterazioni, a propria volta, influiscono sulla progressione dell’endometriosi, in un vero e proprio cross-talk bidirezionale. La review dei ricercatori statunitensi illustra: - la struttura e le funzioni del microbiota, e come le sue complesse interazioni con l’organismo ospite siano decisive per il mantenimento dell’omeostasi e la prevenzione dell’endometriosi; - i meccanismi per cui alcuni cappi batterici promuovono la progressione dell’endometriosi, mentre altri la ostacolano; - gli ambiti di conoscenza fisiopatologica che, in futuro, dovranno essere maggiormente approfonditi; - il potenziale preventivo e terapeutico dei trattamenti volti a riequilibrare il microbiota.
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ATTENZIONE: Ogni terapia va individualizzata e monitorata in ciascuna paziente dal medico specialista esperto nel campo. Queste schede informative non possono in alcun modo sostituirsi al rapporto medico-paziente, né essere utilizzate senza esplicito parere medico
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